Tangenti e appalti a San Felice a Cancello, condannato l'ex vicesindaco

Tangenti e appalti a San Felice a Cancello, condannato l'ex vicesindaco
di Mary Liguori
Sabato 29 Aprile 2017, 08:26
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CASERTA - Si conclude con due condanne e un’assoluzione il processo in abbreviato per la presunta tangentopoli di San Felice a Cancello. Per il giudice Emilio Minio che ieri ha letto la sentenza poco dopo le 19 «non ha commesso il fatto» l’ex consigliere comunale Clemente De Lucia, che rispondeva di truffa ai danni del Comune per le pesate dei rifiuti «gonfiate» per aumentare i compensi alle ditte e rischiava 3 anni e 8 mesi di reclusione. Difeso dagli avvocati Gennaro Iannotti e Pasquale Vigliotti, De Lucia ha trascorso 27 giorni in carcere dopo l’arresto del 30 settembre, per poi ottenere l’annullamento totale dell’ordinanza già da parte del Riesame. 

Sono invece stati condannati, ieri, gli altri due imputati processati in abbreviato: due anni e otto mesi di reclusione sono stati disposti per l’ex vicesindaco Francesco Petrone, mentre per l’ex capo dell’Ufficio tecnico, Felice Auriemma, il giudice ha stabilito una pena a cinque anni e otto mesi. Per Auriemma, difeso dagli avvocati Renato Iappelli e Antonio Mirra, il pm Gerardina Cozzolino aveva invocato la pena più alta tra le tre in requisitoria: dieci anni. Il giudice Minio lo ha però mandato assolto da circa la metà dei 28 capi d’imputazione, escludendo in primis l’accusa di associazione per delinquere. La condanna di colpevolezza riguarda le contestazioni relative a tre casi di corruzione e tre di costruzione abusiva oltre a un falso per imperizia. Auriemma resta ai domiciliari in attesa del processo in Appello. 

Inizierà, invece, il 5 luglio il processo ordinario per gli altri imputati, tra i quali l’ex sindaco Pasquale De Lucia e Rita Di Giunta, ex presidente della società «Terra di Lavoro» (partecipata a capitale pubblico della provincia di Caserta).
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