Suicida per video hot e diffamazione:
«Sì a indagini su musicista Salerno»

Suicida per video hot e diffamazione: «Sì a indagini su musicista Salerno»
di Marilù Musto
Martedì 9 Ottobre 2018, 12:00 - Ultimo agg. 15:59
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La diffamazione c'è e ci sarebbe, nel registro degli indagati, anche il nome di chi ha diffamato Tiziana Cantone dopo la sua morte. Almeno secondo la denuncia-querela presentata dalla madre di Tiziana. Per questo il gip del tribunale di Salerno ha deciso di non archiviare l'inchiesta nei confronti di Antonio Leaf Foglia. Si tratta dell'ex trombonista dell'Orchestra sinfonica di Salerno, sospeso e poi pare, allontanato, dal presidente dell'orchestra dopo le sue dichiarazioni su Tiziana sul social Facebook.

Il musicista di Giffoni Valle Piana, avrebbe scritto frasi diffamatorie su Tiziana Cantone pubblicando un post sul social alle ore 23 e 30 del 13 settembre, giorno del suicidio della povera 31enne di Mugnano di Napoli. Tiziana si è tolta la vita nel 2016, dopo che i suoi video hot finirono sul web senza il suo consenso. Per lui, per l'artista Leaf Foglia, le frasi erano probabilmente solo un modo per dire la sua su un evento che aveva scosso l'Italia. E Facebook era stato lo strumento senza filtri. Quel post sulla storia di Tiziana Cantone era, per la madre di Tiziana, e non solo per lei, lesivo per la memoria della ragazza che si era suicidata da poco. Il musicista avrebbe descritto il modo in cui Tiziana si era tolta la vita con un foulard legato al collo e aveva augurato che accadesse ad altre ragazze. Senza pietà. Quella frase rivolta alle donne «adesso quelle come lei facciano la stessa fine!» era stata ripresa dalla blogger e giornalista Selvaggia Lucarelli in maniera critica. Ora, dopo la richiesta di archiviazione del pm della Procura di Salerno «per il rifiuto della società americana Facebook Ireland Ltd di rilasciare informazioni relazione agli utilizzatori dei social e in considerazione che la legislazione statunitense non prevede il delitto di diffamazione», il gip ha rimesso tutto in discussione, bacchettando la Procura.
 

Ha inviato di nuovo gli atti al pubblico ministero per continuare le indagini. Punto a favore della famiglia di Tiziana Cantone. Cauto l'avvocato che la rappresenta, Salvatore Frattallone: «Si tratta di un approfondimento di carattere istruttorio su una vicenda che andrebbe approfondita, aspettiamo gli eventi», ha spiegato il legale. Piccola soddisfazione anche per la madre di Tiziana, Maria Teresa Giglio che nei giorni scorsi si è vista arrivare una querela da Sergio Di Palo, l'ex fidanzato di Tiziana. Sergio, difeso dal legale Bruno la Rosa, ha querelato anche la conduttrice del programma.

Sullo sfondo, la storia triste della bella Tiziana e quel video finito su un gruppo Whatsapp, «girato» a migliaia di persone. Storia raccontata e ripetuta. Quando uno dei cinque ragazzi, accusati in un primo momento di avere il video, propose un incontro «face to face» a Tiziana, la bella trentunenne fece un passo indietro e chiuse i rapporti telefonici con i cinque nel marzo 2015. Ma ad aprile successe l'imprevedibile: il video finì in rete rimbalzò su Facebook e siti pornografici. Tiziana, disperata, si recò in Procura per sporgere denuncia accompagnata dall'ex fidanzato Sergio Di Palo. Ma per lei era troppo tardi: la gente iniziò a indicarla in strada come la protagonista del video «Bravo!». Fino a spingerla al suicidio.
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