La D'Amico chiede anche che partano «finalmente i progetti di inclusione sociale per i migliaia di migranti che vivono a Castel Volturno.
Si è ormai insediato da settimane il Commissario di nomina governativa (Francesco Antonio Cappetta, ndr) che dovrà occuparsi proprio di questi progetti; ci aspettiamo che qualcosa si muova» conclude. Presenti anche numerosi immigrati di Castel Volturno che hanno chiesto risposte più incisive sul fronte dell'integrazione visto che ancora oggi migliaia di loro, dopo sette anni dall'eccidio, vivono in situazioni di degrado e di irregolarità, privi di documenti e costretti a lavorare con stipendi bassi e senza alcun riconoscimento. L'evento si è sviluppato attraverso un incontro con i ragazzi delle scuola media Garibaldi di Castel Volturno, che divisi in sei gruppi, hanno «giocato» mettendosi nei panni delle sei vittime innocenti; quindi il «cuore» della commemorazione si è tenuto come di consueto nel punto esatto del massacro, al chilometro 43 della statale Domiziana, all'esterno della sartoria etnica Ob Ob Fashion, dove c'è stata una preghiera interreligiosa cui hanno preso parte gli studenti, e i rappresentanti delle istituzioni, in particolare del Comune, della Prefettura e delle forze dell'ordine.