«Scugnizzi per sempre», Maggiò: indelebile la traccia di mio padre

Il figlio del presidente commenta le prime puntate della docuserie

Gianfranco riceve la Coppa per il tricolore
Gianfranco riceve la Coppa per il tricolore
di Candida Berni Canani
Mercoledì 23 Agosto 2023, 11:38
4 Minuti di Lettura

Le prime due puntate di "Scugnizzi per sempre" in onda su Rai2 hanno raccontato l'inizio di una grande avventura, non solo cestistica, in cui ha creduto fermamente il maggiore artefice: Giovanni Maggiò.

Lei, Gianfranco, in qualità di figlio maggiore ha avuto il compito di proseguire in questo impegno e di tirare dal cassetto il sogno di un titolo italiano conquistato dalla Juvecaserta contro la grande Milano nel maggio del 1991. Quali sono state le sue prime impressioni guardando la trasmissione?

«Vedendo scorrere quelle immagini, ascoltando le varie interviste, risentire le voci di alcuni protagonisti, ho avuto conferma di due certezze.

La prima, senza essere retorico, è che quella di mio padre resta una figura di imprenditore nobile, coraggioso e illuminato. Senza la sua opera che è stata ricordata ripetutamente in questa docuserie mi riferisco al Palamaggiò - nulla sarebbe potuto accadere e nessuno di noi avrebbe potuto gioire e godere per le tante soddisfazioni raccolte, così come poi è avvenuto».

È la seconda certezza di cui ha avuto conferma?
«Mi sento di poter dire che la mia famiglia ha lasciato una profonda traccia di qualcosa che poi ha potuto beneficiare non solo Caserta, ma tutto il Mezzogiorno. E in questa mia affermazione non mi riferisco esclusivamente alla realizzazione del Palamaggiò».

Con chi ha visto le prime due puntate di "Scugnizzi per sempre?
«Le ho condivise con le amiche e gli amici dei tempi del Liceo Giannone. È stata una bellissima serata perché insieme a loro ho potuto rivivere anche momenti belli e sereni della mia gioventù».

Lei, con i suoi interventi, ha fatto da filo conduttore delle vicende che hanno caratterizzato la storia della Juvecaserta. Cosa l'ha colpita di più rivedendosi e rivedendo quelle immagini?
«È un lungo filo che ha unito, oltre me in quanto figlio di Gianni Maggiò, il cestista della Juve tricolore Sergio Donadoni e il segretario Carlo Giannoni. Siamo noi che abbiamo visto nascere, crescere e svilupparsi, dal 1971 la Juvecaserta. E da questo filo che si è dipanato, immagine dopo immagine, viene fuori l'essenza di questa realtà più forte di ogni avversità. Una società che ha affrontato sempre con grande coraggio le difficoltà e le problematiche che sorgevano di volta in volta, passando attraverso i sacrifici di tutti, le delusioni che non sono mancate ma che ci hanno reso più forti; abbiamo attraversato lutti e dispiaceri. Ma in compenso abbiamo potuto essere più che soddisfatti del lavoro iniziato da mio padre e che ha poi portato alla conquista del titolo di Campione d'Italia, ma non solo, proiettando l'immagine di Caserta in Europa attraverso le imprese della sua squadra di basket».

Ma confessi, un po' di lucciconi agli occhi le sono venuti?
«Mentirei se dicessi di no. Mi sono commosso ed emozionato risentendo la voce di mio padre, soprattutto quanto il telecronista Aldo Giordani nel corso di un'intervista in occasione dell'All Star Game del 1983 sottolinea la grandiosità del suo operato, il Palamaggiò, che ha reso onore a tutta l'Italia. E mio padre rispose al giornalista: "se sono stato un tramite per onorare l'Italia, sono felice perché sono italiano". Ecco, risentendo quelle parole, per me è stato il momento che mi ha emozionato di più. Mi hanno fatto piacere i numerosi messaggi e le telefonate non solo da parte di amici, ma anche di persone con cui non avevo più contatti da tempo, per esprimere l'apprezzamento per questo docufilm».

La trasmissione le ha comunque regalato momenti che l'hanno fatta sorridere. Quale quello che l'ha divertita di più?
«Enzo Esposito racconta quando una signora anziana, non avvezza al gioco di basket, ed infreddolita perché il Palamaggiò non era completo, vedendo l'apparecchio dei 30 secondi (attualmente sono 24', ndr) esclamò: però hanno messo le stufe! È stato questo un momento davvero esilarante».

Cos'altro l'ha colpita positivamente in questa docuserie le cui successive puntate andranno in onda il 24 e 25 prossimo, sempre su Rai 2 , alle ore 22.00?
«Mi è piaciuta molto l'interpretazione di Nando Gentile ed Enzo Esposito quando erano giovanissimi. I ragazzi che si sono calati nei panni di questi scugnizzi sono stati davvero bravi. Come sono stati ben tratteggiati gli altri personaggi. Solo in un particolare non ho trovato rispondenza alla realtà. Mio padre non era un fumatore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA