La Terra di Lavoro parla lumbard:
così la Lega fa proseliti a Maddaloni

La Terra di Lavoro parla lumbard: così la Lega fa proseliti a Maddaloni
di Adolfo Pappalardo
Martedì 9 Ottobre 2018, 10:00
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Inviato a Maddaloni

Aversa e Maddaloni ieri sera. E tra qualche giorno Caserta e poi Capua e Santa Maria Capua Vetere. Eccola la Lega a trazione Terra di lavoro che mette su sedi e seleziona iscritti e militanti pescando tra gli orfani del centrodestra. Certo alle ultime politiche i grillini, in tutta la provincia, si sono accaparrati la bellezza di quasi centomila voti ma da quest'estate è il Carroccio salviniano a tenere qui il vento in poppa. Attirando non tanto i berlusconiani orfani dei tempi fastosi del Cavaliere, quanto quella destra nazionale che con l'eclissi di An non ha avuto più un tetto dove stare. Prendi Maddaloni, cittadina che poi non è stata mai tanto a destra (esprimeva sino al 2010 ben due parlamentari tra Ulivo e Comunisti Italiani), che oggi ha due consiglieri della Lega nella maggioranza comunale: il giovane Filippo Iacobelli e Claudio Marone, dirigente prima dell'Msi e poi di An. E poi? «Io vengo da Ordine Nuovo e poi, con la fine di An tutti noi della componente di Alemanno - dice - ci siamo ritrovati senza un partito. Senza una casa dove stare. Non ci ritroviamo in Fdi e molti mesi fa abbiamo aderito alla Lega». Da un partito nazionalista a uno secessionista. «Ma quando mai: la Lega è oggi portatrice degli stessi valori che auspicava 40 anni fa Giorgio Almirante».
 
E, guarda un po', la sede della Lega inaugurata ieri non è altro che il vecchio circolo dell'Msi intitolato al fu duca Alberto Tixon de Viduares, esponente di antica famiglia borbonica di questa cittadina. E qui, in questo palazzo un po' malmesso, in un appartamento che non riesce a contenere la gente, tutti o quasi hanno il mito di Almirante. Come Peppino Vigliotta, storico presidente del circolo che la Lega l'ha scoperta al Nord. E oggi è coordinatore cittadino. «Sono stato qualche anno - dice - a Rovigo per stare vicino a mia figlia. Lì nella Lega ho trovato una casa politica e con loro mi sono candidato al consiglio comunale. E tornato qui ho ritrovato il partito radicato anche al Sud: una cosa che cinque anni fa non avrei mai creduto». Ma come si ritrova in una forza antimeridionalista? «La Lega parla a tutti, a tutti gli italiani. Nord e Sud. E non è affatto razzista: gli stranieri che lavorano e pagano le tasse sono i benvenuti ma no - avverte - a invasioni. Quelle no».

Ma sbagliato credere che nella Lega salviniana siano transitati solo i nostalgici almirantiani o fininiani. Prendi Andrea De Filippo, che a giugno scorso è diventato sindaco asfaltando Pd e grillini, ed ora tra i leghisti si sente in famiglia. Arriva, fa gli onori di casa e va via baciando tutti. «Mi trovo tra amici e sono onorato che nella mia cittadina si apra la prima sede della Lega in provincia di Caserta», commenta caloroso lui che ha un passato da democristiano e un flirt con il Pdl prima di essere eletto in una coalizione civica. «Sindaco, iscriviti pure tu», gli dice una signora bionda mentre lo saluta. Lui glissa ma sorride sornione come se la cosa non è detto che non si farà. E la richiesta è enorme.

«A Caserta ci sono 2mila iscritti ma la richiesta è tre volte superiore», snocciola il coordinatore provinciale Salvatore Mastroianni, consigliere a Santa Maria Capua Vetere in una maggioranza che relega all'opposizione sia Fi che il Pd. E come le gestite le richieste? «Come si faceva un tempo, per evitare che si venga da noi solo per convenienza o arrivismo, decide un gruppo dirigente. Non possono mica - avverte - entrare tutti». Intanto arrivano il sottosegretario Pina Castiello e il parlamentare Gianluca Cantalamessa. Quest'ultimo, anche coordinatore regionale, si lascia andare ad un ricordo del padre Antonio, stimato dirigente e parlamentare Msi scomparso l'anno scorso: «4 anni e mezzo fa quando gli dissi di voler aderire alla Lega allora radicata solo al Nord mi disse: Ma ti si scemunut?...».

E ora invece è la nuova casa della destra.
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