Processo ai fratelli di Cosentino, il pentito attacca il teste: «Ospitò il latitante Vargas»

Processo ai fratelli di Cosentino, il pentito attacca il teste: «Ospitò il latitante Vargas»
di ​Marilù Musto
Sabato 14 Gennaio 2017, 08:07 - Ultimo agg. 19:13
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CASERTA - È composto da 29 pagine il verbale depositato ieri dai magistrati della Procura Antimafia in udienza, nel processo sul monopolio dei carburanti nelle mani dei fratelli di Nicola Cosentino. E sono 29 pagine di parole mese in fila, l’una vicina all’altra, da Roberto Vargas, fratello del boss Pasquale, pentito pure lui e nuovo teste fondamentale per la ricostruzione dei fatti. Roberto Vargas svela i particolari di una lotta fra imprenditori del settore carburanti nel periodo 2000-2004 e di presunti accordi con la mafia di Casal di Principe, di vicinanza di alcuni esponenti del clan con il titolare dell’impresa «Catone» trasporti di Pastorano.

Il verbale 


È il 2012 e Vargas spiega certamente le «pressioni» dei Cosentino nei confronti di Luigi Gallo, antagonista dei Cosentino, ma rivela anche altro: «Vincenzo Cantiello mi disse che il distributore di carburanti sulla Statale Nola-Villa Literno non era dei Cosentino, ma si trattava di un concorrente, non fece il nome - dichiara Vargas a Curcio durante l’interrogatorio - spiegò che i lavori erano fermi perché Nicola aveva bloccato l’iter burocratico che avrebbe consentito l’apertura della pompa per avvantaggiare il suo distributore a cui questi avrebbe fatto concorrenza e per togliersi davanti un concorrente». «Quest’uomo si chiamava Gallo - conclude poi il pentito, sollecitato nella rilettura degli atti da l pm Francesco Curcio - amico di mio fratello Pasquale che aveva un distributore a Villa Di Briano, nel sotterraneo aveva le gomme (pneumatici) e sopra gli uffici: ha appoggiato pure mio fratello durante la latitanza, non era un affiliato, ma si metteva a disposizione. Una volta mi disse: quando ti serve a disposizione, tu sei il fratello di Pasquale e puoi fare quello che vuoi. Infatti, io incontravo Francesco Della Corte nel suo locale».
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