Orta di Atella: «Sono vittima di violenze» Lei lo denuncia: arrestato 24enne di Orta

Il 24enne ai domiciliari accusato di violenza nei confronti di una donna

Il caso a Orta di Atella
Il caso a Orta di Atella
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 21 Dicembre 2023, 08:50 - Ultimo agg. 11:51
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Era considerato un insospettabile: ventiquattro anni, volto pulito, fedina penale illibata. Eppure, ieri, è stato arrestato per violenza sessuale. Un fulmine a ciel sereno è piombato a Orta di Atella: un giovane dipendente di un centro commerciale dell'area atellana, da ieri è agli arresti domiciliari a causa di accuse pesantissime. Avrebbe commesso abusi su una donna conosciuta sul luogo di lavoro, d'età molto più grande di lui. E così, nelle mani degli inquirenti e del pubblico ministero della Procura di Napoli nord - retta da Maria Antonietta Troncone - ci sarebbero prove che inchioderebbero il ragazzo. Come dei messaggi inviati e ricevuti su whatsapp, ma anche altro: video o frasi inequivocabili. Per questo motivo, venti giorni fa, i carabinieri della stazione di Orta di Atella e della compagnia di Marcianise avevano sequestrato il telefono cellulare del ragazzo, trovando indizi compromettenti.

Tutto era nato da una denuncia depositata dalla vittima (che il giovane stava frequentando) ai carabinieri, oltre un mese fa: da qui, erano scattate le indagini che portarono al sequestro del telefono.

Grazie ai messaggi conservati in chat, gli inquirenti hanno potuto ricostruire il quadro indiziario. Il cellulare era, infatti, finito nelle mani del nucleo dell'Arma che si occupa del servizio "investigazioni scientifiche". Bypassando password e chiavi, si è giunti a una prima ricostruzione. Ieri, la svolta. I militari della locale stazione e della compagnia di Marcianise hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip. Gli arresti domiciliari per il ventiquattrenne sono scattati nel primo pomeriggio. Fra soli due giorni è previsto l'interrogatorio di garanzia da parte del magistrato che ha firmato il provvedimento: in quella sede, l'accusato potrebbe fornire una versione completamente diversa dai fatti - per ora raccontati solo dalla vittima - oppure potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.

Di certo, i contorni della vicenda sono coperti da un alone di mistero, ma una cosa è certa: trenta giorni fa, la donna, dopo aver frequentato per un periodo accettando di uscire con il 24enne (più giovane di lui di almeno 15 anni), aveva raccontato ad alcuni amici di aver fatto capire all'indagato di non preferire attenzioni, ma quest'ultimo l'avrebbe violentata. Da qui, il racconto dell'abuso da parte della vittima ai conoscenti e il consiglio di recarsi nella stazione carabinieri. Ieri, l'epilogo. In realtà, il sostituto procuratore della Procura di Napoli nord (ad Aversa) pare avesse chiesto una misura cautelare più stringente, ma per il giudice per le indagini preliminari i domiciliari potevano bastare. Del caso, sono stati informati anche i responsabili del grande negozio che, a loro volta, hanno deciso di intraprendere dei provvedimenti nei confronti della persona accusata. Ma una domanda serpeggia, in queste ore, a Orta di Atella: nessuno, prima d'ora, aveva mai sospettato del giovane? Ci sono testimoni della violenza sessuale? È possibile che alcuni atteggiamenti fossero stati sottovalutati?

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Non è la prima volta che Orta di Atella si trova a dover fare i conti reati simili. Proprio ieri, c'è stata la condanna di un uomo per stupro: si tratta di Raffaele L. R., 34 anni di Orta di Atella, condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione, con uno sconto di un terzo della pena per il rito abbreviato. Èra stato accusato di perseguitare l'ex compagna. Ancora, nel 2009, due fratelli, proprio a Orta di Atella furono sorpresi a scattare fotografie con il telefono cellulare a due bambini di cinque e sette anni mentre facevano il bagno nella piscina condominiale e si masturbarono davanti a loro. La madre dei piccoli aveva deciso di denunciare tutto e scattarono le manette. Da allora, il paese atellano ha cercato di sensibilizzare, anche negli istituti scolastici, le nuove generazioni a un atteggiamento di denuncia di qualsiasi sopruso: la sensibilizzazione ha dato i suoi buoni frutti.

 

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