Offese al senegalese a scuola:
«Mamme razziste: state fallendo»

Offese al senegalese a scuola: «Mamme razziste: state fallendo»
di Mary Liguori
Giovedì 10 Maggio 2018, 10:45
3 Minuti di Lettura
Sono le due quando la campanella trilla e «libera» i ragazzi dopo cinque ore di lezione. Escono con vociare allegro, le felpe rosse divise della Mazzini, investono la strada dove, già da mezz'ora, alcuni genitori attendono l'uscita dei ragazzi. Nugoli di mamme, in particolare, sul marciapiede di fronte alla scuola commentano quanto è successo nei giorni precedenti. Dal momento in cui un undicenne senegalese è stato «denunciato» dai compagni perché aveva un temperino nello zaino, fino alla sospensione. Nel mezzo, le «pressioni» di alcune delle mamme della stessa classe, la seconda media, che si sono presentate a scuola per chiede alla preside di espellere quel ragazzino. E la dirigente scolastica, Antonia Mazzarella, ferma sulle sue posizioni, che sono quelle della scuola, che ha deciso di applicare alla lettera il regolamento, e ha parlato di inclusione, «la scuola non caccia nessuno». E si è scagliata contro una parte dei genitori, «troppi pregiudizi, sia verso gli stranieri che nei confronti di orfani, dei disabili e dei bambini provenienti da famiglie con possibilità economiche ridotte».

«Non siamo razziste - dicono un paio di mamme, bionde, unghie smaltate, sigarette tra le labbra impiastricciate di rossetto - ma ci sono troppi immigrati, non ne possiamo più. Basta andare sul vialone Carlo III: a gruppi accerchiano le auto, pretendono di lavare i vetri».

Sorprendente l'analogia tra bambini di seconda media e i ragazzi di colore che stazionano ai semafori del vialone. Eppure l'intolleranza, a sentire quelle mamme, viene proprio dal fenomeno dei lavavetri.

Canta fuori dal coro il papà di una bambina di prima media. «Tutta questa storia è assurda. Non è un caso di bambini violenti o di bulli, al contrario. La bambina ci ha detto che alcuni ragazzi spesso prendono in giro i compagni di colore dicendo «puzzi di pecore». Il ragazzino che aveva il taglierino nello zainetto non voleva fare del male a nessuno, forse lo hanno spaventato, non so che dire, ma mi sento di dover prendere le distanze da quanto hanno detto alcune mamme. I bambini sono tutti uguali, gli esseri umani sono tutti uguali. I genitori hanno il compito di trasmettere questo ai propri figli, non i pregiudizi. Se stanno insegnando il razzismo ai loro ragazzi, le prime vittime saranno proprio i loro figli; stanno facendo del male ai loro ragazzi».

«Il ragazzino senegalese ha sbagliato, - continua - la scuola lo ha già punito con la sospensione. Come avrebbe punito un alunno italiano. È assurdo pretendere una punizione extra perché lo studente ha la pelle nera. Chiedano scusa a tutti, quelle mamme, soprattutto chi ha scritto quella lettera falsa alla preside: si devono solo vergognare».
La lettera falsificata con l'intestazione del Miur è oggetto di un'indagine. La preside l'ha consegnata alle forze dell'ordine e sono in corso le indagini che porteranno allo scoperto gli autori della missiva con la quale qualcuno credeva di poter esercitare pressioni sulla preside per ottenere l'espulsione del piccolo senegalese. Tentativo maldestro che ovviamente è andato a vuoto.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA