Litorale domizio, c'è la svolta investimenti per 450 milioni

Litorale domizio, c'è la svolta investimenti per 450 milioni
di Nando Santonastaso
Mercoledì 29 Novembre 2017, 10:40
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Si chiama Masterplan e non solo nel nome richiama un metodo di lavoro che il governo sta sperimentando, con un certo successo, a proposito dei Patti per il Sud con Regioni e Città metropolitane. In questo caso lo scenario di riferimento è più piccolo - i 14 Comuni del litorale domizio e dell'area flegrea a cavallo delle province di Caserta e Napoli - ma l'approccio promette di essere altrettanto concreto. Perché nella felice intuizione del governatore Vincenzo De Luca di unificare in una sola regia coordinata dalla Regione Campania i progetti e le direttrici di sviluppo di un territorio di 740 chilometri quadrati e di 500mila abitanti si coglie il senso di una svolta che può davvero diventare epocale, a cominciare dalla tempistica. Non è un caso che ieri mattina alla presentazione del Masterplan alle imprese presso l'Associazione dei costruttori di Napoli si sia registrato il tutto esaurito tra sindaci, imprenditori, professionisti e tecnici. E la sensazione che stavolta si può fare sul serio non è apparsa, alla fine, una concessione all'ottimismo. Intanto per la certezza delle prime scadenze: da oggi sul sito della Regione sarà pubblicato il bando per le manifestazioni di interesse dei privati, asse portante e strategico della «rigenerazione e valorizzazione» dell'area, con la concreta possibilità di ultimarne l'esame entro sei mesi. E poi per la totale condivisione del modello operativo, riaffermata senza equivoci o sottintesi dai presidenti delle Associazioni industriali (Prezioso per Napoli, Traettino per Caserta), dai vertici delle Camere di Commercio (il commissario Pettrone e il presidente De Simone), dai rappresentanti della Città metropolitana (Lebro) e della Provincia di Caserta (Santillo).

 
Un sostegno unanime, convinto, che si aggiunge a quello già garantito pochi giorni fa dai 14 sindaci attraverso un protocollo tutt'altro che fumoso. Perché, come spiega con molta chiarezza il vicepresidente della giunta regionale Fulvio Bonavitacola, ora è veramente possibile gestire da parte della Regione una sorta di delega amministrativa che supera i confini comunali (e i limiti decisionali che ne discendono), accelera le procedure e soprattutto «riduce al minimo la storica contrapposizione tra la cultura della pianificazione e la cultura del fare, facendo in modo che la prima sia positivamente contaminata dall'economia del territorio». Insomma, si può lavorare ad una prospettiva di rilancio di quest'area in termini condivisi e garantendo al partenariato pubblico e privato un ruolo strategico. Lo stesso Bonavitacola, rispondendo ad una puntuale sollecitazione del presidente dell'Acen Francesco Tuccillo, dà il buon esempio: sempre ieri infatti arriva anche il via libera all'istituzione di un Laboratorio di pianificazione partecipata che «garantirà l'incontro tra obiettivi pubblici e opportunità private come peraltro già previsto dalla legge regionale 13 del 2008», spiega l'architetto Gaetano Troncone, vicepresidente dell'Acen e punto di riferimento sul Masterplan delle Associazioni dei costruttori e degli industriali, promotrici dell'incontro. E che l'interesse sia già molto alto lo dimostra il fatto che la prima ricognizione di iniziative private avviata dallo stesso Troncone in ambito associativo nei 14 Comuni abbia già portato, sulla base della delibera del Masterplan, al censimento di 8 investimenti produttivi per un valore di oltre 450 milioni di euro.
Ma su quali asset strategici si muoverà il Patto regionale? E con quali risorse? Anche in questo caso è possibile rispondere con dati di fatto, illustrati dallo staff urbanistico schierato ieri al gran completo dalla Regione, dal responsabile della Programmazione unitaria Maria Grazia Falciatore al coordinatore del masterplan domizio-flegreo Agostino Di Lorenzo, al responsabile per gli appalti Mario Vasco. Quattro le direttrici di base: il risanamento ambientale, la vera madre di tutte le battaglie, a cominciare dalla pulizia del mare; il rafforzamento degli standard di sicurezza e di legalità; il potenziamento della rete di accessibilità, ovvero trasporti e dintorni; e la rigenerazione urbana.
Il tutto con una strategia molto esplicita: si disincaglieranno i progetti già approvati e finanziati ma ancora fermi o incompleti e si utilizzeranno risorse europee e nazionali (200 milioni la dotazione base per ora disponibile) per andare oltre e garantire unità di visione al territorio. Con le proposte dei privati, appunto, che saranno ritenute in linea con gli obiettivi indicati, e con una strettissima sinergia Regione-enti locali, con questi ultimi chiamati a superare campanilismi e particolarismi del passato in nome di iter veloci, pragmatici e realistici. «Le classifiche sulla qualità della vita cercano di imporre un divario di carattere reputazionale, un'emarginazione: noi rispondiamo con un'operazione di verità e competitività che dovrebbe essere accompagnata anche da una ribellione civile contro certe narrazioni» dice Bonavitacola dopo gli ultimi dati del Sole 24Ore.
Naturalmente ogni passo dovrà fare i conti con le altre pianificazioni previste dalle leggi. A cominciare da quella paesaggistica per la quale si annuncia decisivo il confronto tra la Regione e il ministero dei Beni culturali. Il nodo da superare appare soprattutto di carattere normativo ma comunque il metodo indicato dal governatore De Luca non cambierà: non è un caso che quello previsto per l'area domizio-flegrea sia il primo di cinque Masterplan che disegneranno per altrettanti settori la fisionomia della Campania del futuro nella quale la centralità del sistema dei trasporti rappresenta ben più che una sfida. Lo ricorda il presidente della Commissione regionale al ramo, Luca Cascone, confermando che nel 2018 la mole di investimenti previsti dalla Regione per interventi su strade e porti sarà senza precedenti e che già adesso è possibile contare su circa 900 milioni di lavori tra strade e linee ferroviarie, la metà dei quali corrispondenti a cantieri in attività. «Nelle aree del Masterplan - spiega Cascone - le carenze infrastrutturali e i problemi di accesso al mare sono molto evidenti. Ma bisogna chiedersi con molta attenzione quale sia la soluzione più opportuna: nuove reti ferroviarie ad esempio o una perpendicolare alle stazioni già esistenti? Forse potrebbe essere migliore la soluzione di rafforzare gli assi stradali superando anacronistiche strozzature come quella di arterie importanti che terminano nel cuore di un Comune e obbligano poi all'attraversamento di centri abitati per giungere al mare. Il confronto è aperto. La Regione ha già previsto una somma importante per realizzare un ampio lungomare e punta sulla riqualificazione portuale, a partire da Pozzuoli e Bacoli». A difesa del paesaggio si schierano gli stessi costruttori, consapevoli che la nuova opportunità va colta senza equivoci: «Noi siamo al fianco di chi vuole tutelare il paesaggio e frenare il consumo dei suoli - dice il vicepresidente dell'Ance Campania Gennaro Vitale - Ma è altrettanto chiaro che dobbiamo creare iniziative sostenibili dal punto di vista economico, partendo dalle infrastrutture fognarie e di depurazione delle acque e poi integrarle con quelle per il turismo».
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