Assicurazioni truffate,
otto condanne in Campania

Assicurazioni truffate, otto condanne in Campania
di Biagio Salvati
Domenica 15 Aprile 2018, 14:49
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Prime condanne con patteggiamento nell'ambito della maxi inchiesta della Procura di Napoli Nord che lo scorso gennaio ha svelato una truffa ai danni delle assicurazioni orchestrata da agenti assicurativi, periti, falsi testimoni e la complicità di alcuni avvocati. Oltre cinquanta gli indagati, 20 gli arrestati e 8 le condanne decise venerdì sera dal gup del tribunale di Napoli Nord, Raffaele Coppola, che ha fissato per il 26 giugno la seconda parte dell'udienza preliminare per i destinatari della richiesta di rinvio a giudizio che hanno scelto il rito ordinario.

Condannati padre e due figli titolari di un'agenzia di pratiche auto di San Marcellino: si stratta di Giuseppe Temperato (3 anni) con i figli Mario (2 anni e 6 mesi) e Luigi (2 anni e 8 mesi). Destinatari delle pene anche Paolo Di Martino (3 anni), Giuseppe Di Martino (1 anno) e Raffaella Di Martino (1 anno e 4 mesi anni), Giuseppina Intelligenza (1 anno) e Giovanni Lama (1 anno) ritenuti a vario titolo promotori o istigatori della frode. Nel frattempo, il Riesame ha annullato due misure interdittive che erano state notificate dai carabinieri a carico degli avvocati Vincenzo Avolio e Nicola Russo, difesi dall'avvocato Alfonso Quarto. Per la parte civile, in rappresentanza delle compagnie assicurative Generali, Unipol e Linear si sono costituiti gli avvocati Lucia Piscitelli e Giuseppe Sorano. Il giro d'affari accertato è di oltre un milione di euro. L'organizzazione aveva una base logistica, che era l'agenzia di infortunistica stradale e di soccorso illegale, ubicata nell'agro-aversano, nel comune di San Marcellino, di proprietà dei Temperato. Il modus operandi dei periti dell'assicurazione, alcuni senza titolo abilitativo, era quello di accertare danni mai avvenuti; c'erano poi i falsi testimoni e gli avvocati che portavano la causa, basata su fatti totalmente inventati, davanti al giudice di pace, che poi convocava le compagnie assicurative e le condannava al risarcimento. In alternativa, capitava che i vertici dell'organizzazione, qualificandosi come danneggiati o avvocati della parte lesa, cercassero transazioni in via stragiudiziale con i liquidatori delle compagnie, ottenendo anche in questo caso rimborsi non dovuti.

 


Tra gli espedienti adottati quello di montare sulla macchina falsamente incidentata pezzi di ricambio già danneggiati; l'auto poi veniva colpita con una mazza da baseball nel luogo e nell'ora in cui si denunciava il sinistro. Gli inquirenti hanno inoltre scoperto come gli indagati si servissero di due società fittizie per la produzione di falsi preventivi di spesa e di false fatturazioni per un totale di 250mila euro. Nel gennaio di due anni fa, nell'agenzia Temperato di San Marcellino, qualcuno immaginò che potessero essere «spiati» da alcune telecamere installate all'esterno della stessa agenzia e della carrozzeria e se ne parlò proprio nei locali dove già erano in atto alcune intercettazioni ambientali. Mario Temperato e Raffaele Di Caterino, ignari della captazione in agenzia delle conversazioni tra i presenti, si preoccuparono dell'esistenza di alcune telecamere soprattutto con riferimento al posto dove si svolgeva «il montaggio delle macchine» (all'autocarrozzeria di Santoro). Un'ipotesi reale, in quanto in due distinti momenti, ci furono alcuni interventi di manutenzione da parte dell'Enel (carabinieri nelle vesti di operai). Nella circostanza è Di Caterino che, rivolgendosi a Temperato, senza mezzi termini esclama: «Se ci stanno le telecamere, questi ti sgamano, e sei fottuto».
 
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