Gli affari dei Casalesi in Romania:
il giallo di Marius morto in cantiere

Gli affari dei Casalesi in Romania: il giallo di Marius morto in cantiere
di Mary Liguori
Martedì 17 Aprile 2018, 16:28 - Ultimo agg. 19:30
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Case alla portata di tutti. Senza passare per le banche, senza il dramma degli interessi. Rate comodissime, a dieci anni. Un paradiso. Eccolo il business di Nicola Inquieto in Romania. Un sogno per chi di soldi ne ha pochi ma vuole comprare casa. Lo stipendio medio è di 500 euro. La «Daniela Construii», una delle quattro ditte di Inquieto, consentiva anche a loro di comprare un tetto senza passare per le banche. Questo avrebbe fatto la fortuna del presunto socio di Michele Zagaria che, grazie al questo sistema vantaggioso, sarebbe riuscito a riciclare in media 25 milioni di euro per ogni blocco residenziale costruito. Per l’ultimo cantiere, però, quello sequestrato ancora in costruzione, ha scatenato il panico a Pitesti. In tanti hanno già dato l’anticipo per i 400 appartamenti e il sequestro, se confermato nelle successive fasi di giudizio, potrebbe bloccare il cantiere. E chi ha pagato, centinaia di famiglie, potrebbero ritrovarsi con un pugno di mosche. Difficile prevedere sia l’iter giudiziario avviato, sia gli sviluppi che le misure eseguite su mandato europeo avranno nel futuro prossimo. Inquieto di soldi a Pitesti ne ha fatti a palate. Avrebbe anche cercato di investire in ambito sanitario, comprando un ospedale; il progetto era trasformarlo in una clinica privata. L’affare però non andò in porto. Poco male, dal momento che sul fronte dell’edilizia residenziale è considerato uno dei più forti uomini d’affari operanti in Romania. 

La tragedia, l’appello
Madalina Vasile è una donna che vive a Vlasceni, a nord ovest di Bucarest. Sia suo figlio che suo marito hanno lavorato fino all’agosto scorso per la «Daniela Construii» di Nicola Inquieto. Dopo l’arresto del businessman italiano, la donna ci ha contattati per «chiedere giustizia per il suo ragazzo, morto a 24 anni in un incidente sul lavoro occorso proprio sul cantiere di Pitesti sequestrato giovedì dalla Dia. «Marius - spiega Madalina - era stato assunto come operaio semplice, ma un giorno l’ingegnere rumeno braccio destro di Inquieto gli hanno detto di lavorare sulla gru. Lui aveva paura di perdere il lavoro, quindi accettò nonostante non fosse in grado di manovrarla. Marius è stato fatto salire sulla gru, a un’altezza di diversi metri, senza alcuna protezione ed è precipitato. Mio figlio è morto sul colpo e nessuno ha mai chiarito se ci fossero delle responsabilità per quanto era successo». Secondo la donna «dagli accertamenti emerse che la gru era stata revisionata l’ultima volta nel 2003». «Ma - continua Madalina - nonostante questo, nessuno ha mai fatto chiarezza sulla morte di Marius. E dopo la tragedia che ha sconvolto per sempre la mia vita, mio marito che lavorava nello stesso cantiere ha perso il lavoro e anche il denaro che ancora gli era dovuto». Secondo Madalina non ci sono state indagini per la morte di Marius «Perché l’imprenditore italiano ha amicizie potenti». Ipotesi, le sue, al momento nient’altro che ipotesi. Il giovanissimo operaio, che per raggiungere il cantiere percorreva ogni giorno in autobus il tragitto tra Vlasceni, nel distretto di Giurgiu, e Pitesti, potrebbe essere morto per un incidente. Ma nessuno ha mai cercato, a dire di Madalina, se ci siano state delle responsabilità. 
 
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