Festa del papà, amore e un vassoio di zeppole

Accanto alla tradizione gli chef casertani propongono varianti da leccarsi le dita

Festa del papà, amore e un vassoio di zeppole
Festa del papà, amore e un vassoio di zeppole
di Maria Beatrice Crisci
Martedì 19 Marzo 2024, 09:49
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San Giuseppe, la festa del papà, la zeppola. Il 19 marzo ci si sveglia e non è un giorno come gli altri. A che pensare prima? Agli amici che si chiamano Giuseppe o Giuseppina, Pino o Pina, Peppe, Peppino o i settentrionali Beppe? Sono tanti.

O ai papà? Sono ancora di più, un esercito di uomini che ha conosciuto la paternità. Poi vengono alla mente i papà che non ci sono più, quelli che si vorrebbe avere ancora al proprio fianco e dai quali ci si è dovuti separare. E poi c'è la zeppola, un dolce unico, un trionfo della pasticceria, al forno o fritta. Questo il dolce per eccellenza che si prepara e si assapora, nella Terra di Lavoro come in tutta la Campania, oggi nel giorno di San Giuseppe, per celebrare la festa del papà. È il simbolo gastronomico del giorno. Le sue origini sono antichissime e probabilmente affondano le radici al tempo dei Romani. Ma la primogenitura dell'attuale versione è contesa tra di loro dalle suore napoletane: da una parte le monache di clausura di San Gregorio Armeno, dall'altra quelle del complesso monastico della Croce di Lucca. Al di là delle ricostruzioni storiche più antiche, la vera zeppola di San Giuseppe venne descritta la prima volta da Ippolito Cavalcanti.

La Terra di Lavoro è prodiga di iniziative per onorare tutti i padri e quanti festeggiano oggi l'onomastico. E non c'è evento dove non spunti la succulenta zeppola. Nelle pasticcerie è un trionfo di questi dolci dalla forma circolare, con crema pasticcera e ciliegina sciroppata. È Zeppola Day.

«La zeppola è fritta, questa è la vera tradizione», dice il pastry chef Aniello di Caprio che da più di un ventennio conduce la scuola "Dolce&Salato" di Maddaloni con lo chef Giuseppe Daddio. «Per noi vale il concetto fritta e mangiata.

Naturalmente ci sono anche quelle al forno e le tantissime varianti, dal pistacchio e lampone al tè sakura con un ragù di amarene o al pralinato di nocciole. Giusto per ricordarne qualcuna».

 

Innovativa è la dolce proposta della chef Anna Chiavazzo, titolare della pasticceria "Il giardino di Ginevra", con sede a Curti, che presenta così la sua idea di zeppola: «Quest'anno abbiamo inserito la Lady Pink, una zeppola farcita con cremosa ai lamponi e frutti rossi freschi. Siamo creativi, ci ha messo lo zampino la fantasia, il resto è solo il buono che sappiamo fare». Poi ci sono quelle rivisitate di Amelia Falco, chef di "Zest" a Caiazzo. Le sue sono zeppole al forno con mele annurche rigorosamente campane e sciroppate, crema pasticcera alla vaniglia e caramello croccante. Accanto alle tante novità e varianti ci sono naturalmente le zeppole tradizionali, sempre molto apprezzate. Annangela Cipriano, chef del ristorante "Prosit1990" nel cuore del centro storico di Caserta, ricorda: «Le tradizionali sono quelle con le patate. La differenza consiste nell'impasto che prevede patate lesse, mentre nella pasta choux non ci sono. Una volta fritte aggiunge si passano nello zucchero con la cannella».

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In questa giornata particolare le zeppole possono diventare anche sinonimo di solidarietà. Lo sono quelle prodotte, come altri dolci, all'interno della casa di reclusione di Carinola, dove vi è il laboratorio di pasticceria e rosticceria "I FaRinati", gestito dall'associazione "Generazione libera" con il coinvolgimento dei detenuti. Il presidente Mimmo Rosario Laudato ricorda: «Attualmente vi sono due detenuti che ci lavorano con regolare contratto di lavoro. Seicento le zeppole prodotte, tra quelle già vendute e quelle ordinate. A Natale abbiamo venduto 2000 panettoni e per le colombe abbiamo più di trecento ordini». E aggiunge: «Fondamentale è il connubio tra la farina, ingrediente base dei prodotti realizzati, e la rinascita, intesa come atto che restituisce una nuova forma di vita. Grazie a "I FaRinati" il lavoro in carcere diventa un ponte tra il mondo fuori e dentro, uno strumento riabilitativo concreto per mettersi alla prova prima di tornare in società».

Intanto, a Castel Morrone, il giovane pastry chef Guido Sparaco per questa festa del papà propone diversi gusti di zeppola. Una è dedicata al suo paese ed è nata proprio per valorizzare alcune produzioni di cui il territorio è ricco. «La zeppola è tradizione e va rispettata», scrive sulle sue pagine social. Non meno fragranti e gustose sono poi quelle consigliate dallo chef Marco Merola della pasticceria "Contemporanea" al corso Trieste di Caserta. La sua proposta è "Foresta nera" con pasta choux al cacao e crema cioccolato e amarena, ma ci sono anche nocciola e pistacchio. Nel giorno della festa del papà la zeppola non rinuncia alla sua storica identità femminile. Si chiama "Zeppola mimosa" quella ideata da lady chef Federica Sapienza: crema pasticcera al lime, glassata al cioccolato bianco con tartufini, cocco e cioccolato bianco. Dunque, non resta che l'imbarazzo della scelta per festeggiare in dolcezza la festa del papà.
 

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