Felicori: colpa di restauri fatti con tecniche datate

Felicori: colpa di restauri fatti con tecniche datate
di Lidia Luberto
Lunedì 11 Dicembre 2017, 08:28
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«Non c'è nulla di preoccupante. Nessun allarme. Il distacco di un pezzo di intonaco che ha riguardato il soffitto del vano finestra della sala delle dame di compagnia è certamente l'esito di un rifacimento integrale compiuto dopo un terremoto negli anni 30 che non ha ben aderito al supporto, e degli interventi di rafforzamento eseguiti nel 1985, quando ancora si realizzavano iniezioni di cemento che nel tempo si sono rivelate talvolta incompatibili con la calce», così il direttore Mauro Felicori, che si è precipitato alla Reggia appena avvertito dell'accaduto, spiega le motivazioni del crollo che si è verificato ieri.
Direttore, ancora problemi per la Reggia...
«Per fortuna non è accaduto niente di grave. L'importante è che non ci siano stati danni alle persone. Quel vano non è accessibile al pubblico, dunque, non registriamo inconvenienti, almeno ai visitatori. E questa è la cosa più importante. Almeno nell'immediato».
Ciò non toglie che ancora una volta si è alle prese con questioni relative alla manutenzione.
«Per la verità questa volta la manutenzione non c'entra affatto. Ciò che è accaduto era assolutamente imprevedibile e le verifiche che sono state effettuate in questi periodi, anche in coincidenza con i restauri delle facciate esterne, non avevano mai fatto rilevare situazioni a rischio. Per cui ciò che è successo non ha niente a che vedere con la carenza di manutenzione».
Quali saranno ora i primi interventi che verranno effettuati?
«Già da oggi saranno compiute analisi più approfondite, anche consultando il software della stabilità degli aggetti lapidei dotato di sensori che rilevano eventuali micromovimenti, e installato dopo il recente restauro della facciata, per verificare se c'è stata qualche vibrazione in coincidenza del crollo. Inoltre, verrà immediatamente montato un castelletto per verificare la situazione della parte di soffitto da cui si è staccato l'intonaco».
E quando si prevede di effettuare interventi di ripristino?
«La prossima settimana affideremo i lavori per riparare il soffitto da cui si è staccato, peraltro, interamente la parte di intonaco».

 

Come è possibile che non ci siano segni premonitori di eventi del genere?
«Purtroppo tali problematiche, che, per fortuna, non hanno comunque alcun rilievo strutturale, non sono visibili dall'esterno, né tantomeno prevedibili. Tant'é che non si erano registrati segnali che lasciassero presagire il distacco neppure nei mesi scorsi quando, per la prima volta, sono state redatte le schede di rilievo dello stato di conservazione delle finiture interne delle sale dell'appartamento storico. Un intervento, peraltro, mai effettuato prima».
Direttore, torniamo al tema della manutenzione, una delle evidenti criticità di cui soffre la Reggia: quando e come si pensa di intervenire?
«La questione della manutenzione e' uno dei nostri problemi più annosi che anch'io, peraltro, ho più volte denunciato. E il paradosso è che i fondi non mancano. Abbiamo a disposizione 67 milioni di euro proprio finalizzati ad interventi di manutenzione, ma il difficile è utilizzarli».
In che senso?
«Pur essendo stati stanziati e resi disponibili e' il sistema della spesa pubblica, dannosamente lento, che rende complesso l'utilizzo dei fondi. Prima di potervi accedere, infatti, bisogna fare i progetti, mettere a punto il progetto esecutivo, quindi la gara, poi passare al vaglio del ministero, e così i tempi si dilatano a dismisura».
Certo, ma mai si comincia...
«Ma noi l'abbiamo eccome cominciato il complesso percorso. Infatti, esaurito il primo lotto relativo al restauro delle facciate, abbiamo già messo mano, almeno per la parte progettuale, ai prossimi interventi di manutenzione straordinaria relativi alla sistemazione dei tetti, degli spazi dedicati alla collezione Terrae Motus, alle sale congressi e a quelle dedicate alle esposizioni, nonché alle fontane e all'impianto idraulico, con il ripristino giardino all'inglese».
Qui siamo ancora nell'ambito della manutenzione straordinaria e per quanto concerne l'ordinaria le cui carenze sono, poi, quelle che vengono più facilmente notate dai visitatori?
«Anche in questo caso sono imminenti i lavori e gli interventi che riguarderanno il restauro dei pavimenti, la riparazione dell'impianto elettrico, la sistemazione di guide per evitare che il calpestio possa ulteriormente rovinare la pavimentazione, e anche la pulizia degli arredi e dei lampadari, mai spolverati negli ultimi 20 anni e che denunciano in modo evidente la carenza di interventi».
 
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