«40 anni di abusi in Seminario»,
il vescovo di Aversa in Vaticano

«40 anni di abusi in Seminario», il vescovo di Aversa in Vaticano
di Mary Liguori
Sabato 3 Marzo 2018, 09:41 - Ultimo agg. 19:31
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La bufera scatenata dall'arresto di don Michele Barone e le storie che, in questi giorni, sono al centro di approfondimenti giudiziari, arrivano alla Santa Sede. Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, è stato convocato nei giorni scorsi per conferire rispetto al dossier sui preti presentato in Curia (e dato alla stampa) da un gigolò gay. Ma a quanto pare, una volta in Vaticano, il presule sarebbe stato invitato a «chiarire» anche rispetto al terremoto che sta sconvolgendo la Diocesi a cavallo tra l'area a nord di Napoli e il Casertano. Cosa sia stato detto dentro le mura pontificie è al momento top secret, ma è facile ipotizzare che al vescovo sia stato chiesto quanto c'è di vero nelle denunce del prete arrestato che, ai magistrati, ha riferito che «Spinillo era al corrente» degli esorcismi. E, probabilmente, anche quanto c'è di vero in quello che, attraverso le colonne de Il Mattino, alcuni fedeli hanno denunciato in merito ad altre condotte inquietanti da parte di prelati che sarebbero state comunicate, sin dal 2014, allo stesso vescovo.

D'altro canto, il Vaticano è stato, di recente, al centro di accuse di «omissioni» da parte di persone che hanno frequentato la Diocesi di Aversa. Non di rituali esorcisti non autorizzati e trasformati in maltrattamenti e violenze, ma di abusi sessuali veri e propri parlano alcuni ex seminaristi che hanno studiato nella sede di formazione religiosa normanna. Un uomo, 13enne all'epoca dei fatti, ha denunciato di essere stato violentato «dentro uno sgabuzzino» da un religioso che insegnava nella struttura. E di avere inviato una supplica a Papa Ratzinger, nel 2010, dove raccontava di essere stato abusato dal 1992 al 1999. Nel plico, consegnato allo studio legale napoletano di Carlo Grezio, la vittima ha inserito la risposta della Congregazione della Fede con la quale veniva comunicata la ricezione della denuncia. Che però non portò a nessun provvedimento, tanto che gli avvocati parlano di «palesi casi di insabbiamento».
 
Il gioco dello scarpone
Le vittime degli abusi al seminario arcivescovile normanno potrebbero dunque essere una pluralità. Almeno stando a quanto ci raccontano sia due ex seminaristi che una persona che ha lavorato per la Diocesi di Aversa per lungo tempo. Vengono allo scoperto dopo il caso della 14enne sottoposta a rituali esorcisti violenti, il cui presunto aguzzino, don Barone, è stato arrestato. L'epilogo della vicenda, evidentemente, da un lato ha scosso le coscienze, dall'altro ha dato coraggio a chi, per anni, ha taciuto e seppellito quell'adolescenza passata nel seminario che si trova tra la Curia e la Cattedrale di Aversa. Scelgono l'anonimato, le presunte vittime, ma circostanziano i fatti, le persone e i luoghi. Le loro testimonianze ripercorrono, nel complesso, oltre quarant'anni di presunti abusi che si sarebbero consumati dentro le mura del seminario arcivescovile. Uno di loro riferisce di una macabra pratica che sarebbe stata riservata a generazioni di seminaristi, nota negli ambienti come «gioco dello scarpone». Una sorta di rituale di sottomissione sessuale ai danni delle reclute. Le vittime riferiscono di essersi rivolte ai genitori che però, all'epoca, temendo ritorsioni e provando vergogna, scelsero la via del silenzio. Un paio di famiglie decisero invece di venire allo scoperto, ma parlarono degli abusi solo in sede vescovile. E riferiscono che all'epoca in cui trovarono il coraggio di denunciare, a capo della Diocesi di Aversa, c'era il vescovo Mario Milano. Una delle vittime data invece gli abusi a tempi molto più recenti. E sostiene di avere subito violenze dal 2010 in poi. Anno in cui il vescovo Milano «abdicò», ufficialmente per andare in pensione, e ad Aversa arrivò Angelo Spinillo. Anche questa storia, a dire del protagonista, fu comunicata alla Diocesi. Ma, come da prassi, portò al solo trasferimento di un giovane prete da San Cipriano d'Aversa ad altra parrocchia. Un sacerdote che, in seguito, ha anche avuto dei guai con la giustizia per sospetti legami con camorristi. E che due anni fa è stato vittima di un violento pestaggio il cui movente non è mai stato chiarito. Fu trasferito, dunque, e tutt'ora ha a che fare con minorenni. Come il sacerdote napoletano che conservava sul suo pc 500 foto di bambini ritratti di spalle e che photoshoppava le sue immagini su Facebook dandosi le sembianze del demonio. Trasferiti in altri paesi, dunque, dopo che le vittime avrebbero chiesto aiuto alla Curia. Spostati di parrocchia in parrocchia, ma mai messi in condizioni di non poter nuocere.

Abusati dal prete insegnante
«I miei compagni venivano invitati a guardare la tv dopo le venti di sera, quando tutti noi andavamo a letto. Padre L. a me non lo chiedeva mai, quindi mi sentivo messo da parte. Poi ho scoperto il perché. Ho trascorso gli anni della scuola media al seminario di Aversa e vorrei che i miei compagni avessero la forza di raccontare cosa faceva loro padre L.: li violentava quando andavano con lui a guardare la televisione». Oggi, l'ex seminarista ha 40 anni e, afferma risoluto, «in chiesa non ci metto più piede». Ha studiato nel seminario arcivescovile di Aversa per tre anni e, per tutto quel tempo, riferisce, «tre compagni di classe, provenienti da famiglie meno abbienti, hanno subito le sue attenzioni». Storie raccapriccianti che avrebbero avuto per vittime i ragazzini più indifesi e provenienti dalle famiglie meno influenti. Storie che, solo oggi, alcuni ex seminaristi hanno la forza di raccontare.
 

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