Esorcismi ai minori, arrestati prete e vicequestore

Esorcismi ai minori, arrestati prete e vicequestore
di Mary Liguori
Sabato 24 Febbraio 2018, 08:52 - Ultimo agg. 10:41
3 Minuti di Lettura
Le aveva convinte che quei malesseri erano frutto di una possessione demoniaca. Aveva messo nella loro testa l’idea che i malori, la depressione, gli scatti d’ira, i cambi d’umore, erano i segni del male. La storia che è venuta alla luce grazie alla trasmissione «Le Iene» e che ieri ha visto l’epilogo in quattro clamorosi arresti, non è accaduta nel Medioevo, ma pochi mesi fa, a Casapesenna, nel Casertano. Dove il sacerdote Michele Barone, cugino di un ex camorrista oggi pentito, star dei talk show televisivi e tra i più «gettonati» della Diocesi di Aversa, aveva messo su una setta religiosa parallela al culto ufficiale. La Curia non lo ha mai autorizzato a praticare esorcismi. Ma lui, evidentemente, se ne infischiava. Aiutato dai genitori di una delle vittime, ma anche da un poliziotto. Don Barone da ieri è in carcere, ma ai domiciliari ci sono anche il padre C.T. e la madre della ragazzina, L.T. E il commissario di Maddaloni. 

Lo scandalo colpisce la Diocesi che pochi giorni fa quel prete lo aveva sospeso, ma travolge anche il vicequestore Luigi Schettino. Il dirigente del commissariato di polizia di Maddaloni dal giorno successivo la messa in onda del servizio è stato trasferito a Potenza, dove ieri è stato arrestato dalla Squadra mobile di Caserta, diretta da Filippo Portoghese. È accusato di aver tentato di convincere la sorella di una delle vittime a ritirare la denuncia contro il prete. Una condotta frutto della sua amicizia di lungo corso con il sacerdote. Forse credeva che davvero quell’uomo avesse il potere di salvare le anime dal demonio. Potrà eventualmente raccontarlo al giudice che lo interrogherà nei prossimi giorni, spiegare cosa lo ha indotto a rinnegare il distintivo per sposare le tesi strampalate di un prete che faceva l’esorcista a quanto pare solo per abusare di vittime indifese. Lo sostiene la procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, negli atti dell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Alessandro Milita e affidata ai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone che si è concretizzata in un’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Ivana Salvatore. 

 

Le accuse formulate per i quattro arrestati sono, a vario titolo, di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni. Le ragazze, tre quelle di cui si ha notizia, anche se l’elenco è molto più lungo, venivano sottoposte a rituali paragonabili a torture medievali. Legate, costrette a seguire il prete nei pellegrinaggi con tutori di quelli che si usavano nei vecchi manicomi. Nei video una di loro sembra tenuta al guinzaglio. E, ancora, picchiate, insultate, umiliate e palpeggiate nelle parti intime. Ma non è tutto. Alcune vittime sarebbero state costrette a spogliarsi e a dormire nude «con il sacerdote e con la sua amante». Lo scrivono i pm che indagano sia sulla donna che su altre persone per ora ancora libere. Il cerchio è tutt’altro che chiuso: ieri le perquisizioni, sia al tempio di Casapesenna che in altri luoghi sono andate avanti fino a tarda sera. Molti altri pare fossero a conoscenza delle aberranti pratiche spacciate per rituali esorcisti. Che erano corredate da minacce inquietanti. Il sacerdote esercitava il pieno controllo sulle menti delle vittime usando un metodo subdolo. Minacciava «ire divine»: se si fossero rifiutate di giacere con lui «la Madonna e San Michele» le avrebbero «punite». E, come se tutto ciò non bastasse, aveva indotto alcune delle ragazze a interrompere le cure farmacologiche alle quali erano sottoposte. E le obbligava a una dieta di latte, biscotti e flebo di glucosio. Nel silenzio, la procura ha lavorato con una sola alleata: la sorella di una delle vittime. Cacciata di casa perché omosessuale, la giovane ha dato un contributo decisivo all’inchiesta. Sfidando la sua famiglia, un’intera comunità religiosa. E un dirigente di polizia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA