Esami alle medie nella bufera:
il Tar «assegna» la lode

Esami alla media, il Tar «assegna» la lode
Esami alla media, il Tar «assegna» la lode
di Domenico Zampelli
Venerdì 24 Novembre 2017, 06:00 - Ultimo agg. 10:04
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Santa Maria Capua Vetere. Esami di terza media nella bufera all’istituto comprensivo «Gallozzi», con il Tar Campania che irrompe nella procedura seguita per la valutazione degli alunni nella sessione dello scorso mese di giugno, con particolare riferimento all’attribuzione della lode. Censurata in particolare dal tribunale amministrativo l’esistenza di veti incrociati fra i docenti. 

Sono due i ricorsi trattati a palazzo de Londres, riguardanti cinque distinte posizioni. Nel primo caso l’alunna protagonista della singolare vicenda aveva sostenuto gli esami nella sessione dello scorso mese di giugno, dopo essere stata ammessa con 10/10. All’esito delle prove di esame (scritti, prove Invalsi ed orale) la votazione era stata confermata. A questo punto si poneva il problema della ciliegina sulla torta, quella lode che da sempre gratifica gli alunni ed inorgoglisce i genitori.

La commissione plenaria di istituto aveva fissato dei criteri oggettivi di assegnazione: l’avere conseguito la valutazione di 10/10 per l’ammissione e di almeno 8/10 alle prove nazionali Invalsi, ed in più l’aver partecipato a concorsi indetti da Università, Miur ed Agenzie accreditate, con attestazione di merito nonché – con regolare certificazione - ad un’attività di potenziamento in orario extrascolastico. Sussistendo tutti questi requisiti la commissione aveva attribuito all’alunna la lode con verbale del 29 giugno 2017, ma successivamente aveva mutato il proprio orientamento. Da qui la proposizione del ricorso, accolto dalla quarta sezione del tribunale amministrativo. Secondo il collegio giudicante (presidente Anna Pappalardo, consiglieri Umberto Maiello e Luca Cestaro) «non risultano motivi ostativi al riconoscimento del giudizio positivo con lode» in favore della giovane protagonista, che a distanza di poco tempo si è vista riconoscere un merito la cui mancanza sicuramente qualche dispiacere l’aveva comportato.
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