Disperso con l'aereo la figlia: «Non è fuggito»

Giada: "Il messaggio prima del volo? Solo un tentativo di telefonata"

Vincenzo De Blasio
Vincenzo De Blasio
di Vincenzo Ammaliato
Martedì 14 Novembre 2023, 08:07 - Ultimo agg. 13:15
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Il comandante Vincenzo De Blasio, poliedrico imprenditore molto noto nella sua città, Napoli, prese il volo col proprio bimotore da otto posti quattro domeniche fa, partendo dalla pista del suo campo volo di Castel Volturno. Da allora, di lui e del velivolo che pilotava, nessuna traccia, nonostante la guardia costiera dal pomeriggio del 15 ottobre sia stata impegnata per due settimane alla ricerca di ogni minimo indizio. Esattamente ventotto giorni dopo la scomparsa, Giada De Blasio, figlia di Vincenzo, a nome dell'intera famiglia, rompe il silenzio che si era autoimposto sulla vicenda e affida a un comunicato stampa l'amarezza per determinate ricostruzioni effettuate dai media ritenute offensive della figura del proprio caro e della intera famiglia.

«Sono trascorsi ventotto giorni da quando mio padre è scomparso a bordo del suo aereo - scrive la figlia di Vincenzo De Blasio - e per la nostra famiglia sono stati giorni e ore dove si sono susseguiti diversi sentimenti, dalla speranza al dolore e all'angoscia. Sentimenti che abbiamo cercato di affrontare con dignità e onore, come mio padre ci ha sempre insegnato e senza esternazioni pubbliche. Abbiamo finora assistito in silenzio alle notizie riportate dai giornali, che hanno immediatamente e giustamente divulgato la notizia. Ma riteniamo di interrompere il silenzio stampa per esternare tutto il nostro disappunto per alcune presunte indiscrezioni riportate dai media che parlano di "messaggi inviati alla figlia" e fantasiose ipotesi di "un allontanamento volontario", nonché di un "cambio di vita" e supposizioni che raccontano di "spiagge tropicali in Sudamerica e cocktails".

Indiscrezioni che riteniamo lesive dell'onorabilità di nostro padre e della nostra famiglia, che ci colpiscono in un momento di dolore e che non sono suffragate da alcun fondamento».

De Blasio decollò dal suo campo volo di Castel Volturno poco dopo le 14 a bordo di un bimotore da otto posti di sua proprietà. Qualche giorno prima era stato sottoposto a collaudo e spiegò ai soci del Delta Club che si sarebbe alzato in volo solo per un giro di ricognizione, per controllare che tutto fosse ok. L'ultima traccia lasciata fu quella di una cellula telefonica, intercettata da un ripetitore a nord di Ischia. Poi nulla più. Il comandante, con passato da pilota collaudatore di ultraleggeri, oltre che armatore e proprietario di Sugnizza, barca a vela vincitrice di molti trofei, non lanciò alcun Sos, e i transoponder del velivolo, lo strumento che dà il segnale alle torri di controllo della presenza dei velivoli, pare fosse disattivato. In un primo momento si era diffusa una voce confermata anche da fonti investigative di un messaggio inviato dal pilota alla figlia Gilda prima di partire, dal contenuto non ben decifrabile. Ma la famiglia chiarisce l'episodio. «E stato solo un tentativo di telefonata - scrive la figlia - ma non andato a buon fine perché non c'era campo. E null'altro».

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Le ricerche di eventuali rottami del velivolo e del comandate si sono concentrate in un'area molto ampia, che triangola fra il litorale domizio e le isole di Ischia e Ventotene. Qui, in alcuni punti il mare è profondo anche oltre i mille metri. Per cui l'elicottero impegnato nelle ricerche, semmai il bimotore fosse affondato, difficilmente lo avrebbe potuto vedere. E le motovedette dotate di radar lo avrebbero potuto segnalare solo se ci fossero passate sopra. L'aereo è dotato anche di scatola nera, ma anche questa non è stata trovata. «Stiamo vivendo nel dolore della perdita di un padre e di un nonno, cercando di trovare anche noi delle risposte, in un' attesa logorante - conclude Giada de Blasio - Chiedendo rispetto per la nostra famiglia e per nostro padre, rispediamo al mittente tutte le vergognose ipotesi di allontanamento volontario, in quanto la sua ragione di vita era sua nipote Viola, senza la quale non avrebbe avuto ragione di vivere».
 

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