Caserta, vive con una clip chirurgica dimenticata nel cranio: nessun risarcimento

Caserta, vive con una clip chirurgica dimenticata nel cranio: nessun risarcimento
di Ornella Mincione
Giovedì 27 Aprile 2017, 18:53 - Ultimo agg. 19:32
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Dal 2007 ha una clip chirurgica all’interno del cranio, «dimenticata» dopo un intervento chirurgico subito nell’ospedale casertano e oggi, a due anni dalla seconda operazione, non solo non gli viene riconosciuto il reale danno biologico conseguente alla presenza del corpo estraneo nella fronte, ma non gli viene riconosciuto neanche la difficoltà di convivere per tanto tempo con un corpo estraneo nel cranio, né l’osteomelite conseguente alla presenza del corpo metallico. Neanche a parlarne di danno morale per aver vissuto diversi anni con una serie di problemi legati alla presenza della clip e di danno estetico conseguente alla ferita tumefatta per la clip nella parte frontale del cranio. 

Insomma, di quella negligenza verificatesi in sala operatoria, Francesco Ragozzino, 33 anni, di Santa Maria Capua Vetere, ha solo pagato le conseguenze, senza che gli fosse riconosciuto alcunché in relazione alle conseguenze e ai danni che ne sono derivati. E oggi, gli viene riconosciuto dai periti nominati dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere un danno talmente lieve da essere considerato addirittura inferiore ad un danno estetico. 

Dopo un iter giuridico durato circa due anni, è stata resa nota la Consulenza Tecnica d’Ufficio (Ctu), ovvero la risposta alla richiesta di risarcimento danni con ricorso tramite accertamento tecnico preventivo. Secondo il documento, che di fatto risponde al ricorso presentato dal legale rappresentante del ragazzo, Luca Di Lorenzo, specialista in diritto sanitario e in responsabilità per colpa medica, «la persistenza del frammento osseo lasciato in situ è casualmente correlato alla incompleta toelette», eseguita dagli operatori dell’ospedale di Caserta nel 2007 e che le condizioni cliniche fino al 2015 (anno di un nuovo intervento subito dal ragazzo all’ospedale di Nocera Inferiore) confermano una mancata correlazione del processo osteomelitico con l’intervento del 2007, quando venne «dimenticata» la clip chirurgica. Secondo il documento, a sigla della dottoressa Maria Luigia Trabucco, il danno biologico permanente riconosciuto al ragazzo è del 5%. 

«Non è condivisibile quanto affermato dal Ctu secondo il cui il processo osteomielitico non sia da ritenersi conseguente alla persistenza del corpo estraneo metallico a causa del lungo lasso di tempo intercorso tra l’intervento chirurgico e l’evidenza clinica dell’infezione - è il commento del legale Di Lorenzo -. Infatti il processo osteolitico proprio per la sede anatomica interessata e per le piccole dimensioni del corpo estraneo ha necessitato di un lungo tempo affinché si palesasse clinicamente». C’è da aggiungere, continua il legale rappresentante del ragazzo che in riferimento alla valutazione del danno estetico, «la categoria di danno è quantificabile nel range 6-9%. In questo caso, considerato il carattere della cicatrice chirurgica coronale conseguente ai due interventi del 2015 ed al netto peggioramento della condizione estetica appare equa una valutazione del 9%. Inoltre, in caso di brecce ossee craniche ricoperte con tessuto autologo o con protesi ben tollerate è indicata una valutazione del 3-7%». Il che significa che il danno biologico permanente dovrebbe essere complessivamente del 15%. «Deve essere riconosciuto - tiene a precisare il legale Di Lorenzo - anche un danno biologico temporaneo di 8 (otto) anni mediamente valutabili al 25%, ovvero il periodo in cui Ragozzino fu portatore del corpo estraneo responsabile del successivo processo osteomielitico». 
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