Centri sociali-Lega, ultima bagarre:
guerra di insulti sui muri di Caserta

Centri sociali-Lega, ultima bagarre: guerra di insulti sui muri di Caserta
di Fabrizio Arnone
Sabato 20 Ottobre 2018, 13:00
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È la seconda volta in pochi giorni che nel centro di Caserta compaiono dei manifesti anonimi in «difesa della città».

Se la questione poteva essere derubricata come una goliardata, i manifesti di ieri assumono un significato diverso. Viale Beneduce, infatti, così come del resto anche viale Cappiello, piazza Cattaneo e via Ceccano, sono state tappezzate con scritte del tipo: «Ama Caserta odia la Lega», «Ama Caserta odia Salvini», «Ama Caserta odia il fascismo», «Ama Caserta odia il razzismo». L'anonimato di chi ha ideato i manifesti impone una certa cautela nel valutare l'azione che però, senza troppi indugi, potrebbe essere a questo punto una risposta politica ai manifesti apparsi neppure una decina di giorni fa in cui campeggiava a caratteri cubitali la scritta bianca su sfondo nero «Difendi Caserta» ed «Orgoglio Casertano».

Questi due manifesti, anch'essi anonimi e mai rivendicati da qualcuno, hanno suscitato non poche polemiche: innanzitutto, in molti hanno valutato come incoerente l'idea di rivendicare un'appartenenza alla città ed una sua difesa a tutti i costi affiggendo dei manifesti in modo abusivo; inoltre, i colori ed il carattere scelto hanno fatto da subito ipotizzare la ricostituzione di un movimento politico di estrema destra. Ipotesi che resterà tale visto che da dopo l'affissione dei manifesti non vi è stato un seguito di alcuna iniziativa per rivendicare l'azione. È in questa chiave che, allora, potrebbero essere letti i manifesti apparsi ieri mattina: una risposta politica di sinistra a chi tenta la creazione di un partito estremista di destra nella città capoluogo.
 
Se questa interpretazione dovesse essere corretta, si può dire che la guerra è appena iniziata. Una guerra fatta a colpi di manifesti abusivi dislocati ovunque in città, nel centro e nelle frazioni. Una guerra però incomprensibile da un punto di vista politico: l'anonimato è il modo peggiore per scendere in campo e giocarsi la partita. Specialmente se quella partita va giocata con i voti e, quindi, con il consenso popolare. Difficile immaginare altre ipotesi come magari un coinvolgimento delle tifoserie locali: inizialmente, infatti, i colori bianco-nero dei primi manifesti e quelli rosso-blu dei secondi, avevano fatto immaginare ad una battaglia delle tifoserie della Juvecaserta e della Casertana per la città contro i suoi detrattori. Una ipotesi a questo punto difficilmente sostenibile considerati gli espliciti riferimenti politici apparsi sui manifesti di ieri mattina. Nuove tensioni, quindi, nella città di Caserta che durante il periodo di campagna elettorale per le scorse politiche ospitò Matteo Salvini. Un incontro blindato che si svolse in centro a poche centinaia di metri da un presidio dei centri sociali contro le politiche leghiste.

Ma Caserta è anche la città in cui in piena campagna elettorale sono stati denunciati degli attacchi alla sede della Lega. Un attacco dei centri sociali con una dinamica ancora oggi mai del tutto chiarita perché diversa a seconda dell'interlocutore. Insomma quello che si respira in città è un clima tutt'altro che disteso. Non è improbabile allora aspettarsi nei prossimi giorni una nuova risposta a suon di manifesti.
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