Castel Volturno, lidi già sold out ma il mare divora sempre più costa

A Ischitella, Baia Verde e Bagnara le mareggiate invernali hanno sottratto altro spazio: l’erosione sta mangiando la spiaggia

Il litorale
Il litorale
di Vincenzo Ammaliato
Domenica 31 Marzo 2024, 07:00
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È già bella stagione sul litorale di Castel Volturno, con i due terzi dei 120 lidi aperti, ma molte strutture devono fare i conti con i metri di spiaggia che di anno in anno si riducono a causa del fenomeno dell’erosione della costa. In alcune località, come Ischitella, Baia Verde e Bagnara, le mareggiate invernali hanno sottratto nuovo spazio all’arenile e la possibilità che a breve la spiaggia in alcuni punti sparisca è più di un rischio. Peraltro, negli ultimi anni, le mareggiate non si verificano più solo nei mesi freddi, ma tutto l’anno, talvolta anche in estate. Purtroppo, sul litorale domiziano mancano le barriere naturali all’erosione, le dune marittime, spianate negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, quando a Castel Volturno si era convinti che lo sviluppo passasse attraverso colate di cemento: e più se ne facevano, più si sarebbe cresciuti.

La condizione attuale restituisce tutt’altra verità.

Di anno in anno la linea della spiaggia indietreggia sempre più e l’arenile viene letteralmente ingoiato dal mare. In alcune località, come a Ischitella e a Bagnara, il fenomeno è ben oltre il livello di allarme: si è già in piena crisi da oltre un ventennio. A Baia per contrastare l’erosione negli anni ’90 fu realizzata una scogliera. Ma nel corso degli anni l’impianto sarebbe dovuto essere manutenuto. E invece è stato abbandonato e i massi posizionati artificialmente per gran parte sono stati risucchiati dal mare; per cui, l’erosione ha ripreso a mordere anche qui metri di spiaggia.

Tuttavia, le scogliere, seppure in efficienza, non riescono a sostituire l’apporto delle dune, che (va sottolineato un dato scientifico) non sono semplici ammassi di sabbia, ma come ogni elemento della natura hanno funzioni specifiche nel mantenimento dell’equilibrio. La costa di Castel Volturno è rimasta inalterata per centinaia di anni, proprio perché c’erano le dune che facevano da barriera. Rimuovendole, la sabbia durante i periodi ventosi penetra fin dentro le località residenziali, invadendo strade, piazze e immobili. E da qui viene poi smaltita come rifiuto speciale, con la mortificazione costante di un ecosistema perfetto cui è stata violata la sua natura.

E nonostante il problema interessi gran parte dei 27 chilometri di costa di Castel Volturno, di progetti di protezione non se ne registrano a sufficienza e i pochi attivi si muovono decisamente più lenti dell’erosione. È questo il caso della scogliera di Bagnara, per la quale furono stanziati 8 milioni di euro nel 2018 dal protocollo d’intesa firmato fra Comune, Regione e governo. I lavori sarebbero dovuti partire due anni dopo, ma quei fondi nel 2020 furono dirottati sul contenimento del rischio diffusione del Covid. L’attuale commissione Ambiente della Regione sta provando a recuperare il progetto e i fondi necessari, ma i tempi della politica e soprattutto dei suoi cavilli burocratici non collimano mai con quelli della natura e delle esigenze dei territori.

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E la gente del posto? Gli operatorie economici maggiormente coinvolti? «Stiamo verificando varie opportunità, come l’acquisto di un impianto di dragaggio che raccolga sabbia marina al largo e possa ripasciare la costa – spiega Andrea Scalzone, presidente del consorzio dei lidi di Baia Verde – ma l’instabilità istituzionale sul rinnovo delle concessioni demaniali non sostiene gli operatori nella scelta di investimenti ingenti, cui sarebbero necessari molti anni per l’ammortamento». E siccome Castel Volturno è centro di paradossi, alla riduzione costante di spiaggia risponde un aumento di visitatori sull’arenile del paese alla foce del fiume Volturno, con lidi nel lato di Ischitella e Lago Patria tutti sold out già in questo fine settimana pasquale.

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