Un laghetto artificiale per attirare
gli uccelli: denunciati sei bracconieri

Un laghetto artificiale per attirare gli uccelli: denunciati sei bracconieri
di Vincenzo Ammaliato
Lunedì 15 Ottobre 2018, 11:37
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Ancora bracconieri, ancora invasi idrici abusivi, ancora cacciatori che sparano in maniera illegale ogni specie di volatile che incrociano in aria con le loro doppiette. La zona dei Mazzoni, l'area di campagna ai confini dei territori di Castel Volturno, Villa Literno, Cancello Arnone e Mondragone, ancora luna park di gente senza scrupoli che pur di catturare più uccelli utilizza qualsiasi espediente, meglio se contro legge.
Ieri, carabinieri della forestale di Castel Volturno ne hanno scoperti sei, che con richiami artificiali e illegali, erano in attesa d'impallinare gli uccelli che a breve sarebbero caduti nelle loro trappole. I sei bracconieri sono stati tutti denunciati a piede libero. Caduti in sequestro, invece, le armi che utilizzavano, sei fucili, nonché l'attrezzatura per i richiami, fra cui, dispositivi elettronici e finte anatre in plastica.
 
I sei dovranno rispondere di reato di bracconaccio e rischiano di perdere la licenza di caccia in maniera permanente.
Ma la loro posizione potrebbe peggiorare dopo che gli investigatori che stanno indagando sul fatto accerteranno la natura dei due invasi idrici artificiali usati per attirare in trappola gli uccelli. I volatili si posano sugli specchi d'acqua per riposare e abbeverarsi, e invece nella provincia di Caserta sempre spesso trovano i pallini di cacciatori avidi. Gli impianti in questione (uno di 16mila metri quadrati, l'altro di 14mila), potrebbero essere abusivi, così come illegale e senza alcuna autorizzazione urbanistica potrebbero essere pure i manufatti interrati dove i sei bracconieri si appostavano. Per fortuna, in quest'occasione, sono stati scoperti dai carabinieri della forestale della stazione di Castel Volturno prima che potessero completare l'attività venatorie illegali, che li hanno intercettati dietro il parco acquatico Ditellandia. Peraltro, si dovrà accertare anche la natura dell'acqua degli invasi. Anche questa potrebbe risultare recuperata in maniera illegale, sottraendola in modo fraudolento alla rete idrica pubblica.

Insomma, l'operazione antibracconaggio potrebbe scoperchiare il classico vaso di pandora, con la pace degli uccelli che avrebbero incrociato le doppiette illegali. Insomma, sedici anni dopo il sequestro dell'immensa area delle Soglietelle, fra i Comuni di Castel Volturno e Villa Literno, dove nel 2001 fu scoperta una vera e propria riserva di caccia gestita dalla camorra, con quaranta laghetti abusivi e altrettanti manufatti interrati illegali, continua nell'area dei Mazzoni l'attività di bracconaggio. Per debellarla occorrerebbero maggiori risorse per le forze di polizia del territorio, a cominciare, ovviamente, dalla caserma della forestale del Villaggio Coppola, che ha in dotazione solo pochi militari, non certo in numero adeguato per controllare un terreno esteso come la costa domiziana e l'agro aversano.
Le Soglietelle dopo il sequestro attendevano progetti di recupero, che invece, sono rimasti al palo. L'operazione di ieri della forestale conferma, invece, che i bracconieri continuano con le loro azioni illegali, ben consapevoli che le scarse risorse in dotazione a chi dovrebbe controllare il territorio gli consentono di operare con bassi rischi. Almeno in questa occasione gli è andata decisamente male.
 
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