«Niente certificato», e l'africano
aggredisce la dipendente comunale

«Niente certificato», e l'africano aggredisce la dipendente comunale
di Vincenzo Ammaliato
Giovedì 4 Ottobre 2018, 10:30
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CASTEL VOLTURNO - Due persone ferite e il fuggi fuggi generale nell'ufficio anagrafe del Comune di Castel Volturno. Ad aggredire una dipendente è stato un immigrato che pretendeva un certificato cui non aveva diritto. Un collega intervenuto in sua difesa è stato ferito, come pure un utente che si è dato da fare per bloccare il ghanese.

Una storia che ha come sfondo le condizioni insostenibili in cui si trovano gli uffici del Comune domiziano. Oltre alla popolazione censita, devono far fronte a circa 25mila persone, non iscritte all'anagrafe, e per le quali non arrivano quindi fondi e personale. Una vera e propria polveriera.

«Ho sessant'anni e in tutto questo periodo non avevo mai fatto prima a botte con nessuno. Ma non potevo consentire che quell'utente aggredisse la mia collega. Peraltro, si trattava di un uomo contro una donna; non ho potuto fare a meno di difenderla, e l'ho dovuto fare necessariamente fisicamente. È stato brutto, ho avuto paura. Ma, se necessario, lo rifarei. E purtroppo, considerando lo stato in cui siamo costretti a lavorare, temo si possa verificare ancora una situazione del genere, e anche a breve». A parlare è Remo Vitale, il dipendente dell'anagrafe di Castel Volturno aggredito mentre si trovava al suo posto di lavoro da un utente evidentemente non soddisfatto del servizio. E la vittima sottolinea lo stato di precarietà in cui il suo ufficio è costretto ad operare quotidianamente per le troppe richieste che bisogna evadere con risorse estremamente risicate, ben oltre l'osso, dovute allo stato di default delle casse comunali.
 
L'aggressore è un cittadino immigrato d'origine ghanese che richiedeva il rinnovo della residenza, cancellata qualche mese fa d'ufficio perché risultato irreperibile. La dipendente dell'anagrafe ha provato a spiegargli che lui non aveva i requisiti per ottenere il rinnovo. Ha provato a fatica, perché l'uomo non conosce l'italiano e perché l'anagrafe di Castel Volturno non ha in organico mediatori culturali. Risultato: l'incomprensione. Peraltro, il Municipio sconta una carenza cronica di personale, con l'inevitabile corollario di consistenti code in ogni ufficio e con un super lavoro per i pochi dipendenti disponibili. Così, mentre l'utente e il dipendente cercavano di chiarirsi, aumentava sia la pretesa di chi era in fila, sia l'esasperazione di tutti nella stanza. E quando il ghanese ha compreso che non avrebbe ottenuto il rinnovo della residenza, col rischio di perdere il permesso di soggiorno, ha aggirato il lato dedicato agli utenti e si è recato nello spazio dei dipendenti provando ad aggredire l'addetta che lo stava servendo. A questo punto è intervenuto il collega Vitale. In soccorso anche un cittadino in fila, il papà di un bambino appena nato che si era recato all'anagrafe per l'iscrizione del figlio. Proprio quest'ultimo ha avuto la peggio, rimediando un morso a un dito che gli è costato la perdita di molto sangue. Mentre il dipendente Vitale se l'è cavata (per modo di dire) con una serie di graffi al collo e la t-shirt che indossava completamente strappata. Poco dopo, l'aggressore è scappato e sul posto è arrivata la radiomobile dei carabinieri.

Le due vittime sono state medicate al pronto soccorso di Pineta Grande e dimesse; mentre i militari dell'arma hanno rintracciato l'aggressore e denunciato a piede libero. Il dipendente che ha subito il pestaggio, con un forte senso di responsabilità, appena il tempo di recarsi a casa per recuperare una nuova maglietta, è ritornato immediatamente allo sportello dell'anagrafe al suo posto di lavoro. «Non prenderò neanche i giorni di prognosi che mi hanno rilasciato al pronto soccorso racconta Remo Vitale perché al municipio c'è una grossa carenza di personale e non posso lasciare sola la mia squadra. Soprattutto, non posso non offrire ai miei cittadini i servizi di cui necessitano, seppure oggettivamente di qualità scarsa a causa della mancanza di risorse cui siamo costretti a operare tutti».

«Siamo arrivati al limite della tolleranza - dice il sindaco Dimitri Russo del Pd - ogni giorno subiamo una sorta di razzismo all'inverso: gli immigrati sono prevenuti e se un atto non possono averlo, per mancanza di tutti i documenti richiesti, pensano che sia dovuto al razzismo dei dipendenti! I numeri delle persone che ogni giorno accedono al Comune sono da città metropolitana e non certo di un piccolo comune con l'organico del personale striminzito. Spesso è anche l'incomprensione della lingua o semplicemente, come in questo caso, chi non conosce minimamente quali siano le regole del vivere civile».
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