Colpito alla testa da una pallottola vagante, la partita per la vita del baby calciatore

Colpito alla testa da una pallottola vagante, la partita per la vita del baby calciatore
di Marilù Musto
Mercoledì 27 Dicembre 2017, 09:17 - Ultimo agg. 14:44
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Dà un calcio al pallone nel campo vuoto e poi decide di scrivere: «Ho il presentimento che a sparare sia stato un minorenne e che qualcuno ne sia anche a conoscenza». Francesco è il responsabile tecnico e allenatore della squadra Us Sessana. Sono le 9 di sera appena trascorse quando scrive sulla bacheca Facebook di Luigi. Lui, Francesco, conosce bene Luigi e l'ambiente sportivo. Benissimo soprattutto, gli adolescenti: quelli che imitano gli atteggiamenti dei personaggi di Gomorra e che ne ripetono le frasi che contengono parole potenti come «perdono», «vendetta», «gruppo». È solo nel campo nel giorno di Santo Stefano, Francesco. E avanza un'ipotesi puntando il dito su qualcuno che è ancora nell'ombra. Lo scrive su Facebook, ma è come se mandasse un messaggio ai ragazzi. Come se dicesse: raccontate.
 


Il calcio, che passione. Luigi ama mandare in porta il pallone, il delirio, l'adrenalina che sale con la palla al piede verso la rete. «Quando torna a casa, dopo gli allenamenti, e mi trova a parlare con la madre, mi dice sempre: zia, guarda come stai diventando brutta. Io rispondo sempre: vuol dire che sei bello tu. Lui è un giocherellone, è sempre stato così. Vivace e allegro ed è stato capace di veicolare la sua vivacità nel calcio. Parla sempre del pallone. A scuola, poi, non ne parliamo. A casa porta sempre bei voti. Sette, otto. È un bravo ragazzo». Il racconto della zia dipinge Luigi come un adolescente sano, simpatico, perbene. Ma chi voleva fargli del male, allora?

Nessuno vuol rispondere. I compagni alzano le spalle e continuano a parlare di sport. Non hanno, infatti, cancellato il torneo di calcetto. «Domani (oggi per chi legge) riprenderemo gli allenamenti, il 28 andremo a Roma al Nike Cup - spiegano - è stata una scelta nostra perché Luigi ci teneva tanto. In Campania era lui il protagonista blindando. Gioca in difesa come un vero campione».
 
Luigi frequenta il secondo anno dell'Istituto tecnico «A. Gallo» di Aversa. «Un fuoriclasse anche a scuola - spiega una cugina - è l'orgoglio della famiglia». Ha un fratello più grande e l'altro più piccolo, ma è lui, quello di mezzo, a unire tutti.

La sera del giorno di Natale, al campo sportivo di Lusciano, dove Luigi frequenta la scuola calcio «Frocalcio San Luciano Academy», affiliata con il Frosinone Calcio, si è svolta una fiaccolata organizzata dai compagni di squadra del quattordicenne. «Luigi avrebbe dovuto firmare per l'Avellino Calcio tra pochi giorni» dice il sindaco di Parete, Gino Pellegrino, presente alla manifestazione.

«Ora deve vincere la sua battaglia più importante», continuano a ripetere il mister e gli amici. Sono rimasti in ospedale, la notte fra la vigilia e il Natale, fino alle quattro del mattino. Poi, sono tornati sul campo perché domani li aspetta una sfida importante.

«Nella nostra trasferta a Roma lui non sarà assente, ma sarà con noi. Continuando gli allenamenti, i tornei e le partite dimostriamo, così, che lo sport vince su tutto. Il cancro che la nostra città vive quotidianamente va curato con amore e passione», spiegano gli organizzatori della fiaccolata. «Restiamo uniti per sostenere Luigi che gioca la sua partita più importante», conclude il presidente del club, Massimo Nugnes.

«Spero che questa persona che ha fatto questo gesto avrà i rimorsi di coscienza per tutta la vita», tuona un amichetto. A Parete nessuno ha visto e sentito. Il gestore del bar che ha visto passare Luigi prima che cadesse a terra, si chiede: «È normale che accade tutto questo? Mica siamo nel far west?».

C'è poi qualcuno che fornisce indizi: «In via Vicinale vecchia sono stati esplosi altri colpi - racconta un uomo - che sia stata la stessa mano che ha ferito Luigi?». Francesco, l'allenatore della Sessana, riprendere a dar calci al pallone nel campo vuoto. Per ora, il suo appello rivolto a chi sa e non parla, è caduto nel vuoto.

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