Patto tra prefettura, Soprintendenza
e Università per salvare 18 chiese

Patto tra prefettura, Soprintendenza e Università per salvare 18 chiese
Martedì 10 Luglio 2018, 13:23 - Ultimo agg. 14:41
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Diciotto chiese del Casertano di proprietà del Ministero degli Interni da riconoscere quali siti di interesse culturale al fine di poterle far accedere ai fondi pubblici e all'8x1000, e procedere così alla ristrutturazione e al recupero.

È la mission del protocollo d'intesa firmato oggi alla prefettura di Caserta dal prefetto Raffaele Ruberto, promotore del progetto, dal rettore Massimo Paolisso dell'Università degli Studi della Campania «Luigi Vanvitelli», e dal Sovrintendente di Caserta e Benevento Salvatore Buonomo.

Un'intesa che mira a coinvolgere gli studenti del Dipartimento di Lettere, in particolare coloro che frequentano i corsi di Laurea di Consevazione dei Beni Culturali e Archeologia, che avranno il colpito di effettuare controlli approfonditi sulle chiese, molte con annesso convento, di proprietà del Fondo edifici di culto del Viminale (Fec). «Con questo progetto - dice il prefetto Raffaele Ruberto - diamo la possibilità agli studenti universitari di mettere in pratica sul campo le nozioni teoriche che hanno imparato; è una buona prassi salutata con favore anche dal ministero dell'Interno».

«L'obiettivo del lavoro di verifica da parte degli studenti - spiega il Sovrintendente Buonomo - è creare un patrimonio conoscitivo che ora manca e che noi utilizzeremo per classificare il bene come sito di interesse storico, meritevole quindi di essere recuperato». Peraltro il Ministero ha già messo a disposizione, per gli edifici che ottengano il riconoscimento di siti di interesse storico-articistico, la somma di 70milioni di euro, che si aggiungeranno alle risorse provenienti dall'8x1000.

Fondamentale sarò dunque l'opera di verifica che sarà realizzata dagli studenti sotto la supervisione di un tutor individuato dall'Università; i ragazzi dovranno acquisire tuta la documentazione a corredo dell'istanza di verifica, come la planimetria del bene, la documentazione catastale, quella fotografica, dovranno realizzare una breve relazione storica corredata dalla necessaria documentazione bibliografica e archivistica, da acquisire presso gli Archivi di Stato o Ecclesiastici o di altri Enti. La Sovrintendenza fornirà il suo supporto nella fase di acquisizione dei documenti, e poi riceverà il fascicolo del bene per valutarne l'istruttoria e riconoscerlo quale sito di interesse storico.

«Questo protocollo - sottolinea il rettore Massimo Paolisso - è un esempio virtuoso che concretizza la cosiddetta alternanza scuola-lavoro, un meccanismo utilissimo che permette ai ragazzi di entrare in azienda ma di cui anche in questo periodo molti parlano senza saperne nulla». «Peraltro è anche un progetto a costo zero», evidenzia il prefetto. Il protocollo avrà durata di tre anni; le fasi operative entreranno nel vivo da settembre. Sono dislocati su tutto il territorio gli edifici di culto coinvolti nel progetto; cinque sono ad Aversa (Sant'Antonio da Padova o al Seggio, San Biagio, San Domenico, San Girolamo e Santa Maria delle Grazie), tre a Caserta (San Pietro ad Montes, Santa Lucia, San Francesco dei Cappuccini di Puccianiello), tre a Piedimonte Matese (San Benedetto di Valllata, San Francesco e San Salvatore), quindi a Caiazzo (Chiese di Santa Maria delle Grazie), Pignataro Maggiore (Santa Croce), Prata Sannita (San Francesco d'Assisi), San Felice a Cancello (San Giovanni
Evangelista), Sessa Aurunca (Chiesa dei Cappuccini), Teano (Sant'Antonio da Padova) e Tora e Piccilli (Sant'Antonio Abate).
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