Imponevano slot machine nel Casertano, cinque arresti nel clan Zagaria

Uno degli arrestati nel blitz congiunto di carabinieri e polizia
Uno degli arrestati nel blitz congiunto di carabinieri e polizia
di Mary Liguori
Giovedì 17 Marzo 2016, 08:13 - Ultimo agg. 13:24
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L'accordo era quello di monopolizzare il settore dei videopoker, cassa continua di contanti, in tutto l'Agroaversano.
Il patto stipulato tra il clan e Carlo Fontana, gestore di una serie di società del settore delle scommesse, prevedeva, tra le altre cose, che mensilmente ad Attilia Zagaria, moglie di Giovanni Garofalo, fratello di Giuseppe, uomo di fiducia del boss, venissero consegnati tremila euro. La "mesata" alla donna è solo uno dei retroscena del giro illecito messo su dalle cinque persone arrestate all'alba di oggi dai carabinieri del Ros e dagli agenti della squadra mobile di Caserta.


Dalle prime ore di questa mattina i carabinieri del Rs e del Comando provinciale di Caserta, unitamente alla Polizia di Stato di Caserta - Squadra Mobile - hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti dei 5 soggetti, ritenuti responsabili di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, concorrenza illecita e ricettazione, aggravate dalle finalità mafiose.
L'operazione, coordinata dal pool Antimafia diretto dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli,  ha portato alla luce un business che riguardava i comuni di Trentola Ducenta, San Marcellino e Casapesenna dove la quasi totalità dei bar e dei locali era obbligata a installare le slot delle società gestite da Carlo Fontana e Alberto Di Cerbo. Per il gip erano "le macchinette" dei Casalesi. Entrambi sono finiti in carcere, con loro la Zagaria e Raffaella D'Aniello, moglie di Giuseppe Garofalo, e il fratello di quest'ultimo, Giovanni. Rispondono, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorrenza illecita e ricettazione. Nel corso del blitz sono stati sequestrati beni per un milione di euro. 

Le indagini svolte da carabinieri e polizia hanno documentato il controllo, da parte di imprenditori e commercianti legati al boss Michele Zagaria, di sale giochi e centri scommesse nonchè l’imposizione e la distribuzione esclusiva delle slot machines in alcuni comuni della provincia di Caserta. Contestualmente è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 1 milione di euro.

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