Il gip ordina arresto bis, resta in cella l'ex manager dell'ospedale del clan

Il gip ordina arresto bis, resta in cella l'ex manager dell'ospedale del clan
Martedì 8 Agosto 2017, 08:31 - Ultimo agg. 10 Agosto, 18:48
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Un nuovo provvedimento di carcerazione è stato emesso dal Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico dell'ex direttore sanitario dell'ospedale di Caserta Carmine Iovine, cugino di Antonio Iovine, boss dei Casalesi oggi divenuto collaboratore di giustizia.

L'ex dirigente ospedaliero era finito al carcere di Santa Maria Capua Vetere il 20 luglio scorso per vari reati, tra cui corruzione e turbata libertà degli incanti, ma sarebbe tornato libero dalla mezzanotte di oggi a causa dell'inefficacia della prima ordinanza. Era stato il Tribunale del Riesame di Napoli a dichiarare inefficace il provvedimento per ragioni formali, a causa di un difetto di notifica dell'udienza, da parte del carcere di Santa Maria Capua Vetere, ad uno dei difensori nominati da Iovine (difeso da Bernardino Lombardi ed Emilio Martino).

Alla mezzanotte di oggi sarebbe scaduti i termini, e Iovine sarebbe tornato completamente libero. Ma già lunedì scorso, dopo l'udienza al Riesame, il pm Carlo Fucci, titolare dell'indagine insieme a Giorgia De Ponte, si è attivato subito presentando una nuova richiesta; ad occuparsene è stato il Gip Erminio Minio che, ravvisando la sussistenza delle stesse esigenze cautelari accertate dalla prima ordinanza, ha emesso in pochi giorni l'ordinanza bis scongiurando la scarcerazione di Iovine.

L'ex direttore sanitario dell'ospedale di Caserta era stato arrestato dagli uomini della Dia nell'ambito di un'inchiesta che aveva accertato un giro di appalti truccati all'ospedale di Caserta in cambio di tangenti o favori, tra soldi, buoni benzina o assunzioni. «Dominus» del sistema, per gli inquirenti, era proprio Iovine, che già nei mesi scorsi aveva evitato il carcere dopo che per ben due volte il Gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare a suo carico. Nell'indagine risultano coinvolti oltre dieci tra funzionari e dipendenti dell'ospedale; la struttura sanitaria è reduce da due anni di commissariamento - terminati nello scorso mese di marzo - dopo lo scioglimento disposto nel 2015 per infiltrazioni camorristiche.
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