Caputo, archiviate le accuse:
«Adesso Grillo si scusi»

Caputo, archiviate le accuse: «Adesso Grillo si scusi»
di Mary Liguori
Domenica 25 Giugno 2017, 07:05
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A due anni dalla bufera giudiziaria che ha travolto il comune di Villa di Briano, trascinando anche l’europarlamentare Pd Nicola Caputo, il gip archivia le accuse sia nei confronti del deputato europeo che dell’ex primo cittadino, Dionigi Magliulo, che si dimise proprio dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati.
La Dda di Napoli ha depositato nel marzo scorso la richiesta di archiviazione alla 18esima sezione del gip che, valutate le risultanze investigative derivanti anche da quanto ricostruito dalla difesa, rappresentata dal penalista Carlo De Stavola, ha sottoscritto l’archiviazione. «Finisce un incubo, sono stati anni terribili, una campagna di odio e fango: ora Grillo lanci l’hashtag #CaputoScusaci»», lo sfogo affidato alla sua pagina web. La firma del gip Laura De Stefano chiude una traversia giudiziaria che si era aperta due anni fa sull’ipotesi di voto di scambio aggravato dal metodo mafioso. Favori elettorali - sostennero i pm - in cambio dello sblocco dei finanziamenti per lo svincolo di Villa Di Briano della Nola-Villa Literno. A determinare l’iscrizione, i verbali depositati agli atti dell’inchiesta sui fratelli Nicola e Dionigi Magliulo e su alcuni imprenditori ritenuti legati ai Casalesi. In particolare, il 21 maggio del 2010, un costruttore del Casertano, Benito Lanza, fu intercettato mentre parlava del presunto patto: «i Magliulo hanno finanziato la campagna elettorale di Caputo con 100mila euro». «Quello mi dice che sta lavorando da 4 anni per la campagna elettorale per la Regione e che ci ha rimesso fino a 100mila euro». I fratelli Magliulo, secondo l’accusa, sostennero Caputo in cambio del finanziamento da un milione e 500mila euro che servivano per la realizzazione dello svincolo della Statale. Nelle memorie depositate dalla difesa di Caputo, si legge però che negli anni della contestazione, 2009-2010, «l’eurodeputato non apparteneva alla stessa compagine del neonato Pd cui rispondeva Magliulo» e inoltre, in quella tornata, era un altro il candidato alle Regionali che fu sostenuto dai due fratelli, l’uno sindaco, l’altro funzionario del Comune. Lo stesso Magliulo, interrogato circa un anno fa, respinse le accuse e spiegò che le menzioni al finanziamento riguardavano esclusivamente le richieste di chiarimento in merito al blocco dei fondi che aveva, in quella fase, interrotto le opere per lo svincolo. Peraltro, ha documentato la difesa, i fondi riguardavano 300 comuni campani e non solo Villa Di Briano. Si sbriciola dunque il castello accusatorio che evidentemente non ha trovato riscontri a quella intercettazione che, in fase di indagine preliminare, fu definita un «formidabile riscontro»: a parlare era, ancora, Benito Lanza, l’imprenditore. «Alla fine - diceva - ... va questo e dice “prima delle elezioni io ti faccio il finanziamento”. E prima delle elezioni... manda i danari». Secondo l’accusa con «danari» si riferiva al decreto dirigenziale regionale del 18 febbraio del 2010, un mese prima delle elezioni, momento in cui fu approvata la graduatoria dei progetti ammissibili a finanziamenti, tra i quali quello presentato dal Comune di Villa di Briano per la realizzazione dello svincolo stradale, da un milione e 500mila euro. Caputo, in quella fase, scrissero gli inquirenti, era vicecapogruppo del Pd, componente delle commissioni bilancio, agricoltura, ambiente e statuto. Quanto bastava per avviare le dovute verifiche al termine delle quali è arrivata da parte degli stessi pm la richiesta di archiviazione per Caputo e Magliulo, ma anche per gli altri indagati per il medesimo capo: tra loro il dirigente dell’Utc Arturo Ciccarelli, gli imprenditori Pasquale Gianluca Pagano, Pietro Pirozzi e Antonio Cecoro. Il procedimento dunque, si chiude per buona parte delle posizioni, ma ha portato a quattro condanne in abbreviato (Antonio Cerullo, Nicola Coppola, Renato Caterino e Paolo Natale) e vede a dibattimento Benito Lanza e Nicola Magliulo, fratello dell’ex sindaco.  
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