Il boss ritratta le accuse contro il killer:
«Mentii per farmi togliere il 41 bis»

Domenico Belforte
Domenico Belforte
di Mary Liguori
Mercoledì 11 Gennaio 2017, 16:14 - Ultimo agg. 12 Gennaio, 08:14
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«Accusai Buonanno solo perché speravo di diventare credibile così mi avrebbero tolto il 41 bis». Collegato in videoconferenza da Sassari, l'irriducibile boss Domenico Belforte ritratta le accuse contro uno dei presunti killer dell'imprenditore Vincenzo Passariello, fratello dell'ex consigliere regionale Luciano, assassinato a Caserta 18 anni fa.
Al pm Antimafia Luigi Landolfi, in un interrogatorio di alcuni anni, Belforte aveva raccontato che «Gennaro Buonanno era presente al summit durante il quale Angelo Grillo mi chiese di far uccidere Passariello». Stamattina invece il capoclan di Marcianise ha riferito di aver mentito. «Fui io a convocare Grillo perché mi doveva pagare le estorsioni e Buonanno non era presente».
La sortita di Belforte spiana la strada a una inevitabile richiesta di assoluzione per l'unico presunto autore materiale del delitto che ha scelto il processo in abbreviato: le sue dichiarazioni dovevano servire a riscontro delle dichiarazioni - rese in merito a quello stesso delitto - da suo fratello, l'ex capoclan, oggi pentito, Salvatore Belforte.
Per gli altri imputati, Angelo Grillo compreso, c'è invece già stata una sentenza di condanna in primo grado, al termine del rito abbreviato. Secondo la ricostruzione della Dda, Grillo chiese ai Belforte di uccidere Passariello perché era suo diretto concorrente nelle gare d'appalto a Caserta e con la sua azienda contrastava l'egemonia di Grillo negli appalti pubblici. 
 
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