La faida nel regno dei Casalesi:
scontro per le piazze della droga

La faida nel regno dei Casalesi: scontro per le piazze della droga
di Nicola Rosselli
Domenica 21 Ottobre 2018, 13:00
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AVERSA - Il giorno dopo la ripresa delle armi da parte della malavita organizzata, il giorno dopo l'omicidio di Nicola Picone, alias «O' minorenne», l'agro aversano è con il fiato sospeso. Il timore, infatti, è che la vittima, pregiudicato legato al clan camorristico dei Casalesi, fazione Schiavone, possa essere la prima di una nuova guerra di camorra che segue al pentimento di Nicola Schiavone, figlio di Francesco «Sandokan». Il rampollo del super boss di Casal di Principe ha iniziato a collaborare con i magistrati napoletani dallo scorso mese di luglio e l'omicidio di un appartenente al proprio clan potrebbe voler essere un avvertimento. Ma chi indaga, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, diretto dal tenente colonnello Nicola Mirante, e di Aversa, coordinati dal tenente colonnello Donato D'Amato e dal capitano Stefano Russo, non nascondono che potrebbe trattarsi anche dell'avvio di una guerra interna al clan per occupare i vuoti di potere che si sono registrati in questi ultimi tempi. I fronti sui quali indagano gli investigatori, tuttavia, sono molteplici. Non si esclude, infatti, un regolamento dei conti per la gestione delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti o per debiti, per mancato pagamento, in particolare, di qualche partita di droga.
 
La vittima, originaria di Teverola, ma residente a Casaluce, dopo essersi dedicata in gioventù, appena maggiorenne, nel 2010, alle attività ai danni di imprenditori dell'agro aversano e del mercato ortofrutticolo di Aversa, in viale Europa, poco più di un chilometro dal luogo in cui è stata ammazzata, avrebbe spostato il suo interesse, in questi ultimi tempi, proprio allo spaccio di sostanze stupefacenti. Un'attività redditizia ad Aversa e dintorni dove, oramai, la droga si vende alla luce del sole, nonostante i continui arresti da parte delle forze dell'ordine.

Ufficialmente, da tempo, Nicola Picone si occupava di noleggio di automobili. Un'attività di copertura secondo gli investigatori. Questa contingenza aveva portato, in un primo tempo, a ipotizzare che il cadavere rinvenuto nella Panda all'interno del distributore Agip di viale Europa, a pochi passi dagli istituti scolastici per geometra «Andreozzi» e liceo scientifico «Siani», fosse di un ventenne di Napoli incensurato. La vettura, infatti, era intestata a un uomo di Messina che l'aveva data in uso al nipote, il 20enne di Napoli appunto. Quest'ultimo, poi, conosceva Picone poiché, almeno secondo quanto avrebbe dichiarato ai carabinieri, aveva rapporti di lavoro con lui occupandosi la sua famiglia di applicare pellicole oscuranti ai vetri delle vetture che lo stesso Picone noleggiava. Intanto, nessun aiuto sembra poter venire dalle telecamere della stazione di servizio poiché consentono solo una visuale parziale, circostanza che, secondo gli investigatori, fa propendere per la matrice camorristica e ritenere il killer una persona esperta e, soprattutto, uno che conosce i luoghi.
 
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