Appalti truccati per favorire i clan
Reggio, sequestrate 54 imprese

Appalti truccati per favorire i clan Reggio, sequestrate 54 imprese
Giovedì 19 Gennaio 2017, 10:17 - Ultimo agg. 16:57
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Trentacinque imprenditori e funzionari fermati, 54 imprese sequestrate a titolo preventivo in tutta Italia. È il bilancio di un blitz anti ’ndrangheta - su input delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro - degli uomini dei comandi provinciali della Guardia di finanza di Reggio Calabria e Cosenza, con l'aiuto dello Scico e del comando provinciale di Roma e altri numerosi reparti dell'intero territorio nazionale. I destinatari dei provvedimenti sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso e aggravata, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici.
 


L'operazione rappresenta l'epilogo di un'indagine svolta dal gruppo Investigazione criminalità organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria e dal nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza che ha consentito di «accertare, da un lato, come un importante gruppo imprenditoriale operante nella piana di Gioia Tauro, si era posto come punto di riferimento della cosca Piromalli al fine di turbare, sistematicamente, almeno 27 gare indette da plurime stazioni appaltanti calabresi nel periodo 2012/2015 riguardanti l'esecuzione di importanti lavori pubblici nella citata area calabrese e, dall'altro, l'esistenza di un noto imprenditore che, grazie alle relazioni con il clan Muto (attivo sulla costa dell'alto Tirreno calabrese) nonché con il reggente della cosca cosentina Lanzino - Ruà - Patitucci, si è aggiudicato i più importanti appalti della Provincia di Cosenza nel periodo 2013/2015».

Al centro dell’indagine 27 gare d’appalto nel reggino, per un importo di oltre 90 milioni di euro, e alcune decine nella provincia di Cosenza. Tra gli appalti edili rientra anche la realizzazione di uno svincolo nel tratto reggino della vecchia Salerno-Reggio Calabria (oggi autostrada A2). Tra gli imprenditori coinvolti anche il gruppo Bagalà di Gioia Tauro e quello Barbieri di Cosenza. Quest’ultimo si era occupato dei lavori di ristrutturazione di piazza Bilotti a Cosenza, inaugurata un mese fa e il cui parcheggio sotterraneo è stato oggi posto sotto sequestro nell’ambito dell’operazione. Inotre, ci sono anche un funzionario dell'Anas ed alcuni dipendenti di uffici tecnici di Comuni della Piana di Gioia Tauro tra le persone sottoposte a fermo.

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