Ucciso a coltellate dopo la disco,
s'è costituito 19enne napoletano

Ucciso a coltellate dopo la disco, s'è costituito 19enne napoletano
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 27 Agosto 2018, 06:57 - Ultimo agg. 15:34
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Morire per nulla. Non c'era la solita questione di ragazze contese in discoteca. Di mezzo non c'erano rivalità tra tifosi, e tanto meno un innocente sfottò: tutti elementi che con abusato luogo comune vengono liquidati con il freddo frasario giudiziario come «futili motivi». No. A scatenare un assurdo rigurgito di sangue e a far sfoderare il coltello dalla tasca di un bulletto di soli 19 anni che se ne stava in vacanza a Diamante, in Calabria, andandosene in giro con un'arma bianca addosso, sarebbe stato uno spintone involontario.

Nella calca dei vicoletti affollati di gente nella località turistica affollata come sempre ad agosto da tanti napoletani, l'urto tra due persone avrebbe provocato la furiosa reazione che ha portato all'accoltellamento di un giovane del luogo, il 23enne Francesco Augieri. A distanza di quattro giorni l'assassino si è costituito. Accompagnato dal padre e dal suo avvocato, ai cancelli del carcere di Secondigliano ha bussato Francesco Schiattarelli, 19enne napoletano, già noto alle forze dell'ordine per aver compiuto furti nelle scuole. «Voglio costituirmi», ha spiegato agli agenti della Penitenziaria, che immediatamente lo hanno preso in custodia avvisando l'autorità giudiziaria.
 
«Sì, sono io quello che stanno cercando per l'uccisione di Augieri. Io nemmeno lo conoscevo bene, lo avevo solo visto quella sera - avrebbe detto poco dopo al pm di turno che lo ha ascoltato - Non ce la facevo più a tenermi questo peso e mi sono costituito». Il ragazzo confessa in lacrime. Il suo nome verrà inutilmente tenuto nascosto per l'intera giornata: persino dopo che si è costituito. Schiattarelli, residente nella zona della Sanità (ai Miracoli) è stato identificato anche grazie al fondamentale lavoro svolto dai carabinieri della Compagnia Stella diretta dal maggiore Francesco Cinnirella.

Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti, per quel poco che emerge di fronte al muro innalzato dalla Procura di Paola, competente sul tragico accoltellamento. A rendere incomprensibile questo silenzio sui fatti c'è anche un altro particolare: a Diamnate in molti conoscevano l'identità del presunto assassino di Augieri. Perché quando avvenne l'accoltellamento, e nonostante l'ora tarda (erano passate le quattro del mattino), in strada c'erano decine di persone. Tutti testimoni oculari della follia scatenata dal giovanissimo napoletano, che secondo indiscrezioni sarebbe residente a Napoli e non a Scafati, come pure in un primo momento si era pensato.

La morte era in agguato, quella notte a Diamante. E presentò il suo conto a un innocente, Francesco, a pochi passi dalla piazzetta di Diamante strapiena di gente. Improvvisamente - e ora comincia a emergere la verità dei fatti - scoppiò una rissa tra due gruppi di giovani. A finire sotto i colpi di coltello sferrati alla gola e al petto fu il 23enne residente nella località turistica, figlio di un medico della Asl locale. Un amico della vittima, Raffaele Criscuolo, 28enne, residente a Boscotrecase - tentò anche di difenderlo, beccandosi a sua volta alcune coltellate. Gli investigatori - i carabinieri della compagnia di Scalea - già poche ore dopo avevano l'identikit del presunto assassino. A riprendere le fasi finali dell'assurdo litigio che sarebbe stato causato da una spinta involontaria, furono alcune telecamere di videosorveglianza.

ma l'indagine prosegue: perché probabilmente più di una persona avrebbe coperto la fuga dell'accoltellatore.

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