'Ndrangheta, elezioni e appalti:
arrestati un sindaco e altri 13

Carabinieri
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di Serafina Morelli
Mercoledì 7 Dicembre 2016, 09:03 - Ultimo agg. 14:20
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REGGIO CALABRIA La cosca di ’ndrangheta Paviglianiti avrebbe influenzato le elezioni comunali del 2014 nel comune reggino di San Lorenzo e condizionato, insieme al clan Iamonte, il regolare svolgimento di gare d’appalto in alcuni paesi del basso jonio reggino. Alle prime luci dell’alba di oggi nella provincia di Reggio Calabria, a Roma, Ascoli Piceno e in provincia di Urbino, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio di tutte le articolazioni territoriali dipendenti, su ordine della Procura della Repubblica di Reggio, hanno tratto in arresto 14 persone, sottoponendone all’obbligo di dimora altre quattro. Coinvolti anche amministratori e funzionari di alcuni comuni del reggino.
 


Tra le persone arrestate c’è anche il sindaco di Bova Marina, Vincenzo Crupi, finito ai domiciliari con l’accusa di corruzione. Nell’ambito della stessa operazione “Ecosistema” della Dda di Reggio Calabria sono finiti ai domiciliari il vicesindaco e l’assessore al Turismo di Bancaleone, Giuseppe Benavoli e Alfredo Zappia, per aver commesso un atto contrario ai doveri di ufficio; l'ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria, già coinvolto in una precedente operazione, ora arrestato per turbativa d'asta per la gara d'appalto dei rifiuti del Comune. Ai domiciliari anche un dirigente della Provincia di Reggio Calabria, Carmelo Barbaro, per turbativa d'asta. Figura centrale dell'indagine è l'imprenditore Rosario Azzarà, amministratore della società “Ased”, nota azienda di raccolta e smaltimento dei rifiuti, raggiunto dalla misura cautelare della custodia in carcere con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il nome di Azzarà era già spuntato in una precedente operazione della Dda di Reggio Calabria, ma non era stato indagato: sarebbe riuscito ad aggiudicarsi appalti grazie al sostegno dei clan.

Coinvolto nell’operazione anche il consigliere regionale calabrese Francesco Cannizzaro, eletto con oltre 6mila preferenze e capogruppo della Casa delle Libertà, che ha divulgato la notizia attraverso un post su Facebook: «Questa mattina alle ore 7:50 mi è stato notificato dai carabinieri una informazione di garanzia a firma del p.m. della Dda di Reggio Calabria Antonio De Bernardo dal quale si evince che sono indagato per un'ipotesi di reato inerente il vantaggio che avrei ottenuto da parte della cosca Paviglianiti di San Lorenzo in cambio di un appoggio elettorale in mio favore. Per quanto sia scontato di aver la massima fiducia degli organi inquirenti, vorrei esternare, accanto alla mia altrettanto scontata serenità personale e professionale, che sono sin da questo momento a disposizione degli Organi inquirenti per essere interrogato, ascoltato, sentito affinché si possa chiarire la vicenda in maniera tempestiva e senza che si lasci alcuna ombra su quello che è il mio percorso ed impegno politico sin dalla mia primissima esperienza».

L’impegno investigativo ha consentito di acquisire elementi probatori sul conto di imprenditori attivi nel settore della raccolta rifiuti, i quali, forti del sostegno derivante dalla criminalità organizzata locale e avvalendosi della collaborazione di liberi professionisti, della compiacenza di funzionari e amministratori pubblici, hanno condizionato il regolare svolgimento di gare d’appalto in alcuni comuni del basso jonio reggino, nonché di evidenziare l’influenza della cosca Paviglianiti” sulle elezioni comunali di San Lorenzo.

Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare la cosca di riferimento; falsa testimonianza, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi comuni da sparo.
 

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