«Insospettabile e con porto d'armi», preso il sicario di Mezzatesta

Marco Gallo al momento dell'arresto
Marco Gallo al momento dell'arresto
di Serafina Morelli
Lunedì 31 Luglio 2017, 21:20
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CATANZARO - «Un insospettabile, un incensurato che non mai subito una contravvenzione neanche per divieto di sosta». Ma secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio il 32enne Marco Gallo - arrestato questa mattina a Falerna con l’accusa di omicidio - a uccidere il 24 giugno scorso Gregorio Mezzatesta (54 anni), dipendente delle Ferrovie della Calabria assassinato a colpi d’arma da fuoco in pieno centro a Catanzaro. Ad incastrarlo le immagini delle telecamere di videosorveglianza, pubbliche e private, che hanno registrato, passo dopo passo, gli spostamenti del ragazzo, con il casco integrale e il giubbino di colore nero, il giorno dell’omicidio. Un pedinamento elettronico che ha consentito di ricostruire almeno 80 chilometri che Gallo ha percorso con la sua moto di colore nero, sia per raggiungere il luogo del delitto che per la fuga. Un lavoro meticoloso svolto dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale e del Ros di Catanzaro, insieme ai militari del Reparto crimini violenti del Ros di Roma.

Dopo aver agganciato la vittima nel comune di Tiriolo a bordo di una Citroen guidata da un collega di lavoro, ha pedinato Gregorio Mezzatesta fino ad arrivare in via Milano a Catanzaro dove si è consumato l’agguato.
Ha atteso, intorno alle 8 del mattino, il 54enne all’uscita del bar della stazione dove si era recato il collega e, una volta dentro l’auto, lato passeggero, si è avvicinato e ha esploso cinque colpi di pistola calibro 9x21. Una mira ben precisa, visto che è riuscito a colpire per quattro volte la vittima alla testa.

«Si allenava al poligono di tiro – ha spiegato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa -. Avevamo fretta di arrestare questa persona perché essendo un killer con questa precisione e questa freddezza, pensavamo potesse ripetere un’altra azione criminosa». U

n killer professionista ingaggiato per l’omicidio: questa è una delle ipotesi al vaglio della Procura di Catanzaro. Ma da chi potrebbe aver ricevuto l’ordine? «Abbiamo ricostruito l’omicidio nella sua fase esecutiva – ha affermato il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri -. Abbiamo il killer, le perquisizioni sono ancora in corso, ci aspettiamo di avere una serie di risposte per contestualizzare questo omicidio».

Forse una vendetta trasversale? La vittima era il fratello di Domenico Mezzatesta, l’uomo che il 19 gennaio 2013 si rese responsabile con il figlio Giovanni di un duplice omicidio a Decollatura. Condannati all’ergastolo in primo e secondo grado per avere ucciso nel bar “Reventino” Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio. Verdetto però annullato con rinvio dalla Corte di Cassazione che ha escluso l’aggravante della premeditazione e rispedito il processo in secondo grado. I giudici hanno accolto infatti il ricorso dell’avvocato Franesco Pagliuso, difensore dei due imputati. Il legale penalista è stato freddato a colpi di pistola la sera del 9 agosto 2016, nel cortile di casa mentre scendeva dall’auto. Un delitto ancora irrisolto, ma tanti sono gli elementi che la Procura ora dovrà mettere insieme per capire se c’è un legame tra tutti questi fatti di sangue. Le indagini proseguono.
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