Il ministro Orlando agli studenti: «Combattete per il vostro futuro, il Sud oggi è la grande sfida»

Il ministro Orlando all'Unical
Il ministro Orlando all'Unical
di Serafina Morelli
Giovedì 20 Aprile 2017, 17:21 - Ultimo agg. 18:59
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COSENZA - Glissa sul caso Consip - «non rilascio dichiarazioni su una vicenda aperta nella quale il Guardasigilli deve osservare con grande discrezione» -, punta sul Mezzogiorno come «traino alla ripresa economica» e lancia qualche frecciatina a un Pd che «deve ricostruire un rapporto con pezzi della società che si sono allontanati». Il ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Pd, Andrea Orlando incontra gli studenti dell’Università della Calabria esortandoli a «non scendere a compromessi con chi vi prospetta soluzioni facili ai problemi».



In un’aula gremita dagli studenti del corso in Storia dell’educazione alla democrazia e alla legalità, il ministro accompagnato dal consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, è stato accolto sulle note di Bella Ciao, canzone scelta dal docente Giancarlo Costabile pensando a un «cambiamento che arriva dal basso».

Il professore dell’Unical ha parlato infatti di Scampia come esempio di «una democrazia dal basso, perché è da qui che si mette mano alla ricostruzione del Paese» e ha poi attaccato «l’Antimafia di facciata: è ora di finirla con la legalità pagata, non possiamo pensare che i soldi pubblici vengano utilizzati per altri scopi». 
«Non rassegnatevi allo stato delle cose, battetevi perché vi sia riconosciuto un diritto, perché è vostro diritto avere un futuro. Non scambiate il vostro voto, la vostra coscienze in cambio di un favore», ha detto, rivolgendosi agli studenti, il ministro Orlando. La parola d’ordine è «uguaglianza», in un Paese dove, dopo la crisi economica, sono cresciute le diseguaglianze di genere e dove «il 25% delle ricchezze oggi sono concentrate nell’1% della popolazione». È il Mezzogiorno la «grande sfida, perché se si vuole determinare una crescita significativa, consistente, nel nostro Paese, bisogna tornare ad investire nel Mezzogiorno: se non cresce il Sud non cresce l'Italia».

Il Sud - «Abbiamo fatto un calcolo che un'aggiunta di 4 miliardi di investimenti nel Mezzogiorno potrebbe far aumentare il Pil complessivo dell'1,8% - ha detto Orlando - cioè investire nel Mezzogiorno ha un ritorno molto più alto che in qualunque altra area del Paese, ma purtroppo le cose, in questi anni sono andate in un'altra direzione, perchè si sono ridotti gli investimenti in tutta Italia e particolarmente nel Mezzogiorno. La diminuzione degli investimenti dei grandi soggetti pubblici delle infrastrutture, nel Sud è stata drammatica: si è investito il 70% delle risorse da Roma in su - ha precisato Orlando - e naturalmente questo ha fatto pagare al Mezzogiorno un prezzo altissimo. Questo è un ragionamento da fare all'Italia: continuare ad investire dove c'è già crescita dà un ritorno, in termini di Pil, molto inferiore che investire dove la crescita non c’è, e il Paese può ripartire».
A ricordare i dati della disoccupazione giovanile in Calabria – pari al 65%, contro una media europea del 14% - è stato Michele Leonetti, senatore accademico dell’Unical, sottolineando come «sono sempre di più i giovani che vanno via perché non hanno opportunità di lavoro». Un’emigrazione che diventa sempre più consistente e «che rischia di spogliare il Mezzogiorno di classi dirigenti per i prossimi decenni. Perché chi se ne va – ha sottolineato il ministro - non torna, ha costruito un bagaglio di conoscenze che non è spendibile nel mercato del lavoro e va ad arricchire altri Paesi e così qua si desertifica accanto all’economia anche la potenzialità di una ripartenza». Da qui nasce anche l’allontanamento dalla politica e il Pd oggi «deve ricostruire un rapporto con pezzi di società che si sono allontanati: gli ultimi, le persone in difficoltà, i giovani, le grandi periferie del Mezzogiorno. Un partito che si dice progressista e del riscatto, che si batte per affermare diritti fondamentali non è credibile se non riconquista questi pezzi di società».
 
Vaccini - Parlando delle polemiche nate in questi ultimi giorni sull’utilizzo, Orlano ha precisato: «Mi pare che sia giusto seguire le indicazioni della scienza e non l'estemporaneità di chi li contesta. L'importante è che i bambini siano messi al sicuro dalle malattie – ha detto Orlando - e grazie ai vaccini questo obiettivo è stato raggiunto. Questo è un Paese che ha conosciuto epidemie importanti e se sono state debellate è merito dei progressi scientifici che non possono essere messi in discussione per una battaglia di carattere politico».

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