La denuncia di Confcommercio:
«Crimine cancella 180mila posti di lavoro»

Klaus Algieri insieme a Carlo Sangalli a Cosenza
Klaus Algieri insieme a Carlo Sangalli a Cosenza
di Serafina Morelli
Venerdì 12 Maggio 2017, 21:09 - Ultimo agg. 21:49
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COSENZA - «Il costo sociale ed economico dei fenomeni criminali sottrae, ogni anno, al settore del commercio 27 miliardi di euro mettendo a rischio 180mila posti di lavoro regolari. In un Paese normale questo non può e non deve succedere. L’usura, l’abusivismo, la contraffazione, la cattiva burocrazia accentuano il divario Nord-Sud, rendendo il Meridione sempre più fragile». Il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, torna a Cosenza per parlare di un’Italia in declino senza Mezzogiorno ma che ha bisogno proprio del Sud per ripartire. Qui i reati sulle imprese sono quasi il doppio rispetto al Nord-Est, «il deficit di legalità e infrastrutture, gli eccessi di burocrazie e di pressione fiscale sono più accentuati. Tra il 2007 e il 2015 gli investimenti - ha affermato Sangalli - si sono ridotti del 30% pregiudicando la modernizzazione e la realizzazione delle infrastrutture, ma è proprio dalle differenze che bisogna ripartire per costruire una crescita comune nel nostro Paese». C’è sicuramente una ripresa - ammette Sangali nel corso dell’assemblea pubblica organizzata da Confcomercio Cosenza e dal suo presidente Klaus Algeri - ma è ancora troppo fragile e incerta. Per una crescita «robusta non sono necessarie ricette straordinarie: basta superare la logica degli interventi spot, scartare qualsiasi ipotesi dell’aumento dell’Iva e bisogna dare atto al Governo che su questa posizione è fermo, tagliare con coraggio la spesa pubblica e produttiva, intraprendere un percorso ragionevole e generalizzato della riduzione dell’aliquota Irpef». Ecco perché «bisogna cogliere – secondo Sangalli – l’opportunità di questa ultima parte di legislatura puntando a un’accelerazione delle riforme economiche per rendere la ripresa più duratura oppure ci dovremmo arrendere a una prospettiva di bassissima crescita che rischia di portare l’Italia in stagnazione». Questa la ricetta del presidente di Confcommercio, sempre più convinto del fatto che «nel Mezzogiorno bisogna usare i fondi strutturali europei e le risorse concentrandoli sul turismo, sulla valorizzazione del patrimonio culturale e sull'accessibilità dei territori». In Calabria, in particolare «è necessario fare sistema – ha sottolineato il presidente di Confcommercio Cosenza, Klaus Algieri -. Occorre un patto tra imprese, istituzioni e cittadini. Ma le imprese hanno bisogno di fiducia e infrastrutture migliori. E di una tassazione più umana». Perché
«innovazione, responsabilità, collaborazione, legalità sono parole che devono comparire in primo piano nel vocabolario economico e sociale del Sud. La ricchezza del Mezzogiorno – ha spiegato Algieri -  è il suo grande patrimonio culturale e naturalistico. In Calabria lo sappiamo bene: dagli Scavi di Sibari ai Bronzi di Riace. Bellezza, storia, cultura, turismo fanno parte del nostro Dna».
 
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