Rogo a Cosenza: 3 morti e opere distrutte, spunta un video del sindaco

I rifiuti nella casa dove abitavano le tre vittime del rogo
I rifiuti nella casa dove abitavano le tre vittime del rogo
di Serafina Morelli
Domenica 20 Agosto 2017, 17:44
3 Minuti di Lettura
«Chi vi ha chiamato, chi vi ha chiamato… io non voglio cacciato i ca dintra». Roberto Golia, una delle tre vittime dell'incendio divampato venerdì pomeriggio nel centro storico di Cosenza, viene immortalato in un video mentre rifiuta davanti casa l’aiuto del nucleo decoro urbano della polizia municipale di Cosenza. È lo stesso sindaco della cittadina, Mario Occhiuto,  a rendere pubblico un filmato che risale a poco tempo fa. Immagini che dimostrano le «attenzioni della nostra amministrazione verso i tre sfortunati cittadini che oggi Cosenza piange. Testimoniano – sostiene Occhiuto - le bonifiche della loro abitazione, il nostro tentativo di garantire loro le migliori condizioni possibili di igiene ambientale. Ma la cura del disagio psichiatrico non è proprio nei nostri mezzi e nelle nostre capacità». Il balcone colmo di spazzatura, rifiuti maleodoranti e cianfrusaglie ammassati in ogni angolo con i topi che entrano ed escono dell’appartamento. Vivevano in condizioni disumane Roberto Golia  (34 anni), Antonio Noce (53) e Serafina Speranza (51). Una vita segnata da miseria e degrado sociale. 

«Le povere vittime – dice il sindaco - erano ammalate di mente in cura presso il centro di salute mentale dell'Asp, quindi gli assistenti sociali (che pure più volte sono intervenuti) non avrebbero potuto risolvere il problema. Se mai, se proprio si vuole andare alla ricerca di eventuali responsabilità bisognerebbe indagare sulla inadeguatezza del sistema sanitario regionale, perché non possono essere lasciati da soli ammalati gravi in condizione di nuocere anche a loro stessi».


Intanto il sindaco ha proclamato il lutto cittadino per la giornata di domani quando si terrà anche un vertice in Procura per fare il punto sull'inchiesta. Potrebbe essere stata una fuga di gas a innescare l’incendio o proprio i quintali di rifiuti accumulati all’interno dell'appartamento.

Nel frattempo, si cerca di quantificare l'ammontare dei danni causati dal rogo nella biblioteca di proprietà della famiglia Bilotti. L’incendio infatti si è propagato anche all’attiguo Palazzo Compagna che custodiva al suo interno oltre mezzo millennio di storia. Opere, manoscritti, pergamene originali, quadri dal valore inestimabile. Ma otto anni di denunce da parte di Roberto Bilotti non sono servite a evitare il peggio.

«Sono dispiaciuto per quanto accaduto – interviene Mario Pagano, direttore della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Catanzaro, Cosenza e Crotone -. Ho visitato la sede della residenza Ruggi D'Aragona proprio una settimana fa, e nell'occasione avevamo deciso con Roberto Bilotti di avviare a settembre la procedura per un vincolo». Nell'incendio sono andate distrutte alcune opere di Bernardino Telesio, Parrasio, Quattromani e Bernardino Bombini, oltre a 8 pergamene originali del '400 su Cosenza scritte in gotico e tutta la quadreria del '500 ritraente umanisti calabresi e cosentini, tra cui Paolo Bombini che aveva un carteggio epistolare con Galileo Galilei, di cui vi erano copie trascritte a mano custodite nella biblioteca, e Pietro Paolo Parisio che fu ministro dell'imperatore Carlo V. La residenza Ruggi D'Aragona era considerata il corrispettivo di Palazzo Ganci di Palermo, per importanza e pregio delle opere e del mobilio custodito. «Conosco la famiglia Bilotti - aggiunge Mario Pagano - e il loro amore per l'arte. Penso sia stato un duro colpo per Roberto che aveva deciso di aprire alla città la residenza. Ho visto opere d'arte di moderato valore, ma molto importanti per il patrimonio calabrese, mobili del '400 ed ero convinto di avviare la procedura per una dichiarazione di importante interesse. Sapevo dell'esistenza della biblioteca, seppur non ho avuto modo di visitarla e avrei segnalato alla Soprintendenza archivistica e bibliografica di Reggio Calabria la presenza dei testi. Purtroppo, non ne abbiamo avuto il tempo. Lunedì, al mio rientro in sede, contatterò Roberto Bilotti e farò di tutto per salvare e tutelare ciò che è rimasto».





 
© RIPRODUZIONE RISERVATA