Maria Pirro
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Parti naturali e tagli cesarei, dove nascono i bambini in Campania: la mappa per aiutare le mamme a orientarsi

Colacurci, presidente Sigo: punti nascita sicuri con 1000 o almeno 500 bebè all'anno. Ma tante strutture restano sotto la soglia

Un neonato
Un neonato
Maria Pirrodi Maria Pirro
Sabato 28 Gennaio 2023, 14:05 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 14:07
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È una tragedia nostra, solo l’ultima. A Roma un bimbo è morto soffocato tra le braccia della mamma che ha avuto un colpo di sonno mentre lo allattava. E le altre puerpere, che ne hanno condiviso l’angoscia, chiedono di non essere lasciate più da sole dopo il parto. Ma, prima, per tutte le donne (anzi, per le coppie) non è facile orientarsi sin dalla scelta dei punti nascita. Ecco perché il «Mattino» svela i dati relativi alle singole strutture in Campania. Con una chiosa autorevole.

Come scegliere i punti nascita

«I centri sicuri, più spesso pubblici, hanno rianimazione e terapia intensiva neonatale ed esclusivamente quelli con mille o almeno 500 parti all’anno rientrano negli standard operativi», dice Nicola Colacurci, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetrica. Quanto ai cesarei, la soglia ideale è del 15 per cento. «Ma, per potenziare l’assistenza, va rafforzato il personale in organico: insufficiente ovunque», avverte l’esperto.

Dove nascono i bambini in Campania

In particolare, si contano in Campania 49 punti nascita, di cui 28 pubblici e 21 accreditati. Tra questi, 18 con più di 1000 parti all'anno (5 pubblici e 13 accreditati), 20 tra 500 e 1000 (12 pubblici e 8 accreditati) e 11 con meno di 500 all'anno. Gli undici in coda sono tutti pubblici e colpisce che, tra questi, siano indicati i presidi dell'Asl Napoli 1 Centro, nessuno escluso. L'ospedale del Mare con 393 nati all'anno, il San Paolo con 375 (e, più della metà, il 54,13% con taglio cesareo), il San Giovanni Bosco con 313 (ma è operativo solo da maggio 2022, poiché trasformato in Covid center durante l'emergenza). All'ultimo posto l'ospedale Rizzoli con 148 fiocchi azzurri e rosa.

In testa, con il numero più alto, resta invece il Policlinico della Federico II: 2971 nati, 1445 in modo spontaneo, il 46,45% con l'aiuto del bisturi, anche perché il reparto dell'azienda ospedaliera universitaria è un riferimento per le gravidanze più complesse. Al secondo posto c'è Villa Betania con 1816 nati nel 2022, il 28,58% con cesareo, uno dei dati più bassi. E poi il San Giovanni di Dio e Ruggi di Aragona a Salerno (1677 parti), la casa di cura Internazione (1676 nati, 64,02% non naturali), Malzoni Villa dei Platani (1481 nati, 26,60% di tagli cesarei, altro dato tra i più contenuti, superato soltanto in positivo da un vicino centro irpino, l'ospedale Moscati che segnala 1219 nati, di cui il 23,79 con il taglio cesareo, in assoluto il numero minore).

Ospedali come il Cardarelli si fermano a 730 bebè, pure per effetto di posti letto limitati ad accogliere tutte le pazienti.

    

L'intervento del ministro Schillaci

Tante questioni, dunque, restano irrisolte. Lo sa bene il ministro della Salute Orazio Schillaci che promette la svolta: intende mettere in atto «tutte le misure necessarie a garantire piena sicurezza delle partorienti e dei bambini». Così come si impegna «a promuovere ogni intervento utile ad assicurare adeguate condizioni di lavoro alle ostetriche e al personale sanitario addetto ai reparti di ostetricia e ginecologia». Quanto  al neonato morto all'ospedale Pertini nella Capitale, il numero uno del dicastero spiega che «sta seguendo con la massima attenzione» il caso, ed esprime «tutta la sua vicinanza alla mamma in un momento tanto difficile e doloroso». Risposte sono attese.

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