Maria Pirro
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Un giorno con Patch Adams
«Vi svelo la cura del sorriso»

Un giorno con Patch Adams «Vi svelo la cura del sorriso»
di Maria Pirro
Sabato 29 Aprile 2017, 08:58 - Ultimo agg. 12:47
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In abiti multicolori, una gallina come copricapo e una ciocca azzurra tra i lunghi capelli bianchi, Patch Adams il medico statunitense sul grande schermo interpretato dal compianto Robin Williams, avvisa: «Non possiamo promettere di guarire le persone, ma possiamo promettere di prenderci cura di loro».



Il naso rosso che lo ha reso famoso in tutto il mondo è nascosto nel taschino, quando il dottore buffo entra nel reparto di pediatria del Santobono di Napoli, ospite di «Scopriamoci Clown», volontariato che da due lustri regala sorrisi ai bimbi ricoverati nel polo (dove opera anche Abio) e in diabetologia e oncologia al Vecchio Policlinico. «Ci sono piccoli ammalati conosciuti nelle strutture sanitarie che continuiamo a seguire a casa», spiega con orgoglio il presidente dell'associazione Giuseppe Rispoli, che ricorda due casi commoventi: un bambino abbandonato dai genitori perché disabile («dà segnali quasi impercettibili quando ci vede»), un altro «nato senza bocca» sottoposto a 12 interventi chirurgici in 12 anni, «di straordinaria energia».

Quaranta dei suoi settant'anni Patch Adams li ha impegnati così: in ospedale, e non solo, accanto a «chi soffre di più», una missione oltre la medicina. Lui dice: «Questa è la mia vita: provo a inserire risate, amore, gioia e fantasia». Ma «non abbiamo una regola per instaurare una relazione in corsia», chiarisce sua cognata Elisa: «Ognuno cerca la sua strategia e tutto dipende da noi». Giorno dopo giorno. Il 21 maggio si tiene anche la «Giornata del naso rosso» promossa dalla Fondazione Vip.

«Hunter Patch Doherty è un uomo davvero straordinario ed è un grande onore averlo conosciuto. Quando intercetta un bimbo, riesce a creare un feeling incredibile, siede per terra alla sua altezza e ne diventa amico», interviene il primario di pediatria Paolo Siani.

L'incontro al Santobono dura tre ore. Raccontato con un video di Ilenia de Rosa anche sul Mattino.it, la visita ha lo scopo di rendere la struttura ancora più accogliente.
 

«La lettura, il gioco, i clown sono parte integrante del nostro lavoro e sono importanti allo stesso modo di una terapia efficace o di una risonanza magnetica», certifica Siani, che sottolinea soddisfatto: «Abbiamo sempre cercato di creare un ospedale ad alta tecnologia con alti livelli di umanizzazione delle cure».

Nel salutare, Adams chiede una foto ricordo con tutti gli operatori sanitari che, al momento dello scatto, fanno smorfie e linguacce, vuole lasciare questa dedica: «Quando i problemi vi sembreranno tanti e la fatica vi sovrasterà, voi guarderete questa immagine e vi farà sorridere e vi sentirete meglio e saprete affrontare i problemi, sorridendo». Vantaggi riconosciuti dalla comunità scientifica: «Una fragorosa risata non solo stimola le endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che aiutano a sentirsi bene, ma riduce gli ormoni dello stress nel corpo, aiutandolo a distendersi e a rilassarsi», sintetizza Luigi Califano, presidente della Scuola di medicina e chirurgia Federico II, che il 13 marzo ha portato in cattedra il comico Alessandro Siani.

Prima del viaggio a Napoli, Patch Adams ha chiuso un corso a Casalserugo organizzato da Over The Rainbow, associazione affiliata al suo Gesundheit Institute e creata nel 2007 Elisa Rampin, l'infermiera che in un clown trip in Russia si è innamorata di Wildman Adams, il fratello del dottore più noto: in Italia il gruppo ogni anno organizza workshop e, nei giorni scorsi, ha incontrato 50 studenti dell'istituto superiore Da Vinci di Padova e altri 130 aspiranti pagliacci di diverse città, da Pesaro a Trento, Bolzano, Verona, Asiago, Ferrara, Padova, Rovigo, Venezia, Pordenone e Malta. Qui Patch ha tenuto una conferenza dal titolo «Living a life of joy». L'infaticabile medico e scrittore ha suggerito ai partecipanti anche «esperimenti da fare nella vita quotidiana». Quali? Dimenticate la terapia tradizionale, con farmaci ed esami: «A volte basta chiamare le persone per nome». E ancora: provate a «essere negativi per un mese con tutti e scrivere i risultati ottenuti, poi essere felici e ottimisti e verificare le conseguenze». 
Ma, l'ultimo esercizio, per tutti, rimane il più difficile: parlare per cinque minuti, senza fermarsi, esclusivamente di cose belle. ​Una risata vi risanerà. Raccontate storie che vi riguardano, ma positive: «Funziona, fa bene. La salute si basa sulla felicità».Non importa se questi racconti sono veri o falsi,  «basta anche solo immaginarli: c'è qualcosa di più importante che amare?»