Maria Pirro
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«La classe degli asini»:
​anteprima Rai a Napoli

«La classe degli asini»: anteprima Rai a Napoli
di Maria Pirro
Venerdì 11 Novembre 2016, 13:47 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 22:11
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Un film per la tv, sul passato che può tornare, «La classe degli asini», di Andrea Porporati, con Vanessa Incontrada e Flavio Insinna, andrà in onda su Raiuno lunedì 14 novembre. Ma, già questa sera, la fiction d'impegno civile viene proiettata in anteprima nazionale a Napoli, portando in sala un pubblico che conosce dal dentro le questioni affrontate. Con l'attore protagonista, Insinna, che arriva sul finale e rivela: «Mio padre era medico e seguiva, per lavoro, la nazionale italiana delle Paraolimpiadi e, quando avevo 8 anni, mi diede l'opportunità di accompagnarlo in Canada e il compito di spingere una carrozzella. Che grande insegnamento: c'è sempre qualcuno che arriva in ritardo o resta indietro e va aspettato, la forza è vivere tutti insieme. E non è nemmeno vero che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, ma a prendersi per mano».



Per quale motivo tutto questo accade a Napoli? «La trama sulle problematiche degli alunni disabili trae ispirazione da un progetto dell'associazione partenopea Tutti a scuola», dice con oroglio il presidente della onlus, Toni Nocchetti, che aggiunge: «Il progetto è iniziato tre anni fa con una lettera inviata al dg Francesco Pinto per chiedere come mai il servizio pubblico non si fosse mai occupato di una legge importante come quella sull'abolizione delle classi differenziali, nel 1977».

L'interrogativo ha portato a raccontare una storia, liberamente ispirata alla vicenda reale di Mirella Antonione Casale, insegnante e madre di una bimba speciale, impegnata nella lotta per l’inclusione scolastica. Pronta a rovesciare il mondo per necessità. Senza dimenticare, in alcuni dialoghi, la lezione di don Milani. Una battaglia necessaria che, considerate le difficoltà ancora evidenti, naturalmente, prosegue. E, per questo, è importante accendere i riflettori ogni giorno. Non a caso, durante l'anteprima, i genitori applaudono quando emerge l'orrore di bimbi e ragazzi più fragili «schiaffati in un angolo ed esclusi per sempre». 

La denucia è impressa anche nelle lettere urlate alle tante manifestazioni organizzate negli anni in piazza Montecitorio, davanti al Parlamento, e consegnate a Insinna. Scrive Antonio, papà di un ragazzino disabile: «La famiglia è la prima ad essere colpita, la disabilità è un problema sociale, non privato, forse faticate a capire che siamo in tanti… ma proprio tanti».

Maria: «I nostri figli esistono ma sono invisibili per la società, il nostro stato garantisce il diritto alla vita ma non la dignità dell’esistenza, il mio Francesco ha bisogno di vigilanza continua è un ragazzo autistico e lo sarà per tutta la vita, la sua condizione di gravità è permanente e non può essere revisionata come pretende la Asl...».

Sabrina: «C’era una volta un bel paese governato da persone che pensavano che l’istruzione di tutti fosse uno dei presupposti fondamentali anche per la crescita economica, così cominciarono a destinare molte risorse alla scuola assumendo professori ed inserendo anche bambini disabili, fino ad allora relegati nelle classi differenziali. In questo clima così sereno anche i bambini che non parlavano, che vivevano su una sedia a rotelle o che si muovevano continuamente aiutati dall’insegnante, potevano mostrare a tutti le loro diverse abilità ed integrarsi con i loro compagni di classe. Ma poi...»
                                                                                                                                             
Pasquale
: «Sto male, sapere che mia figlia disabile, purtroppo grave, potrebbe dall’oggi al domani non fare più fisioterapia perché costa troppo allo Stato, mi fa stare male veramente... male veramente! È la meschinità! Questa terapia le fa ottenere dei piccoli ma costanti miglioramenti della sua condizione fisica, ma come farò a sostenere le spese? Siamo una famiglia monoreddito e mia moglie ha smesso di lavorare per assistere la bambina».

Conclude Toni: «È questo il mondo sotto sopra. Ma il mondo sotto sopra a Napoli è anche "Giochi senza barriere", l'unica festa in 365 giorni all'anno dove i disabili non fanno la fila». E, alla prossima edizione, a giugno, è atteso anche il «maestro» Insinna.
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