Luciano Pignataro
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Due (buoni) fritti alla settimana
levano il medico di torno

Due (buoni) fritti alla settimana levano il medico di torno
di Luciano Pignataro
Sabato 16 Luglio 2016, 22:12 - Ultimo agg. 23:08
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Napoli risorge sempre dalle proprie ceneri, anche gastronomiche: ci si lascia andare fino a quando l'abbandono non rischia di degenerare nella estinzione per poi ripartire alla grande. È quanto avvenuto con uno dei simboli della tavola napoletana, il fritto: indicato come qualcosa da abolire da tutti i nutrizionisti, gestito molto male da pizzaioli e rosticcerie perché tanto «anche le suole di scarpe sono buone quando vengono fritte».
E poi, grazie a pizzaioli lungimiranti come Gino Sorbillo o a professionisti come Pasquale Torrente che ha lavorato su questo tema con Olitalia, la rinascita e la nuova mania per questa antica forma di cottura, tipica dei paesi caldi perché più sicura ai tempi in cui non esistevano catene del freddo e frigoriferi in casa. Per celebrare questa rinascita lunedì sera allo Yacht Club di Castellammare abbiamo organizzato una adunata di tutti i migliori pizzaioli e professionisti che si riconoscono nella tradizione partenopea, al madre di tutte le fritture.

A meno che non siano presenti patologie epatiche o pancreatiche che ne sconsiglino l’uso, la frittura e i fritti non fanno male, anzi. Stimolano il fegato e lo aiutano a lavorare più velocemente, accelerando quindi il metabolismo, a patto che sia preparata rispettando le regole e che sia ben bilanciata all’interno del pasto con altri alimenti scelti appositamente.
Quindi, il fritto non deve essere demonizzato. Inserire in modo frequente, anche un paio di volte a settimana una bella frittura e anche dei soffritti ha molti vantaggi sullo stimolo metabolico e quindi sul dimagrimento. Unn recente studio pubblicato sul Journal of Medicinal Food dimostra che la cottura in olio riduce il carico glicemico degli alimenti, cioè la capacità di rilasciare zuccheri nel sangue.
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