Tempi d’oro per i morti

Tempi d’oro per i morti
Sabato 17 Marzo 2018, 12:38
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Hoke Moseley – il personaggio di Charles Willeford – è l’anima di Miami, un investigatore che poi è diventato un modello letterario e prima di vita: ironico e disincantato, sbrigativo e abbastanza trasandato, eppure le sue pagine hanno più vita di tutti i romanzi noir italiani usciti negli ultimi venti anni. Feltrinelli dopo Marcos y Marcos sta ripubblicando le sue avventure, prima “Miami Blues” ora “Tempi d’oro per i morti”. Dal problema della casa alla difficile convivenza con cubani, haitiani, portoricani, neri, tra omicidi e droga, trafficanti e rapinatori, corruzione e imbrogli: Moseley fa divertire il lettore con la sua amarezza che si mescola allo humour mentre diventa l’inceppo per il crimine, in un meccanismo letterario perfetto. Ha sempre una marcia in più anche da ubriaco, guardandosi con sospetto dall’alto della sua disillusione. Impossibile non amarlo. Ingegneria letteraria: con le pagine che fischiano, sfilando sotto gli occhi del lettore. 
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