La lezione di Roth

La lezione di Roth
Domenica 30 Dicembre 2018, 10:36
1 Minuto di Lettura
Questo è soprattutto l’anno della scomparsa di Philip Roth, una perdita enorme per la letteratura mondiale. Mentre tutti si concentravano sul fatto che l’Accademia di Svezia non gli assegnasse il Nobel, lo scrittore di Newark si era sfilato dal clamore, aveva smesso di scrivere, mettendosi in salvo dai tormenti della memoria. Avendo però consegnato alla storia una Opera enorme che il tempo finirà per ingigantire. Per questo se c’è da salvare qualcosa di questo anno, sono i suoi libri, che contengono la capacità di analizzare e restituire il tempo vissuto, in una rielaborazione che permette a tutti di immedesimarsi o di sentire proprie le storie che Roth ha scritto. È andato oltre le emotività, ha governato e catalogato gli istinti, e si è molto divertito. Ha letto la storia americana in molte sue parti, quella degli ebrei americani in particolare, senza vittimismo o lamenti, anzi, con una bellissima sfrontatezza. È stato talmente irriverente mentre si faceva largo che ancora non si è capito quanto spazio ha creato per quelli che sono venuti e verranno dopo.  
© RIPRODUZIONE RISERVATA