Politica e pop corn

Politica e pop corn
Mercoledì 11 Aprile 2018, 01:30 - Ultimo agg. 16:39
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Sento l’usura delle parole e della politica,
e la lontananza della politica dalla realtà 
(Pietro Folena, politico e blogger italiano) 


Diciamocelo: negli ultimi anni la linea politica del pop corn ha preso il sopravvento. Ce lo ricorda in queste ore ogni giorno Luigi Di Maio, quando gli si chiede della prospettiva di un governo senza M5S e lui insiste: «Senza di noi? Preparo i pop corn».

Ma anche l’ala governista del Pd ne fa cenno, esortando al contrario: basta pop corn!, nell’obiettivo di aprire ad una trattativa che riporti il partito al centro della scena politica.

Però un po’ di responsabilità ce l’abbiamo anche noi operatori dell’informazione. Sì perché oggi, se voglio passare per un notista politico a la page e ho il compito di descrivere l’intenzione di un politico o di un partito a farsi volutamente da parte, non ricorrerò più alla datata immagine del ritiro sull’Aventino (che pure meriterà un approfondimento, giacché si porta appresso tracce di storia romana e del Ventennio fascista che ripassare non farà male) ma utilizzerò la classica icona del pop corn consumato al cinema, icona cara anche ai grandi ma soprattutto ai piccini.

C'è un primo tentativo maldestro apparso nel febbraio 2007 in un post del blog di Beppe Grillo, dove nella grande «pentola a pressione» chiamata Italia si scrive di personaggi autoreferenziali (giornalisti e politici) che impedirebbero al vapore di uscire e dove invero non si capisce bene se i pop corn siano i diritti che l'ex comico ritiene calpestati oppure gli stessi personaggi che, quando la pentola salterà, «dovranno diventare latitanti dal mattino alla sera».

È invece Matteo Renzi a sdoganare i pop corn in politica, nell’ambito di una più vasta operazione di innovazione linguistica che ha investito la comunicazione verbale oltre quella non verbale. Di questa azione dà conto un bel libro pubblicato proprio in questi giorni da Castelvecchi editore, dal titolo «Il Renziario», curato dal linguista, critico letterario e sociologo della comunicazione Massimo Arcangeli, di cui spero di scrivere qualche altra volta.

Ebbene, che fa Renzi? Segue intrepido la scia degli sfottò che prendono in giro il giovanilistico atteggiamento del rottamatore ex boy scout (Grillo lo chiama Renzie alludendo al Fonzie di Happy days, Dagospia lo definisce Pittibimbo riferendosi alla linea kids della nota casa di moda fiorentina) e tira fuori i pop corn. 

La traccia più antica che ho trovato risale al febbraio 2014 quando un Pd ancora in salute rispetto ai giorni nostri si concede il lusso di spaccarsi sull’adesione al partito socialista europeo. E di fronte alla proposta avanzata da Massimo D’Alema per un seminario con l’ex popolare Beppe Fioroni su popolarismo e socialismo in Europa ecco che Renzi, allora premier, ironizza e annuncia: «Comprerò i pop corn per assistere all’epico scontro». Immediata e tranchant come di consueto la replica di D’Alema: «Consiglierei a Renzi di stare attento con i pop corn perché lo vedo un po’ sovrappeso».

Quisquilie rispetto a quando Renzi tornerà a tirare fuori i pop corn. È la vigilia del referendum costituzionale del 2016. Mancano cinque giorni al voto quando esclama un improvvido «se vince il no, preparo i pop corn per vedere cosa succede dopo». E pop corn Renzi ha ancora annunciato di comprare «per sgranocchiarli mentre vedo l’assemblea del M5S, e niente, ancora non la fanno». Attacco datato 2014 che però Di Maio non ha scordato, anche perché nel febbraio 2018 – dopo le inchieste di Fanpage contro il governatore campano Vincenzo De Luca – Renzi è tornato alla carica: «Di Maio gli ha dato dell’assassino, una parola grossa, a me piace l’idea che De Luca lo quereli e Di Maio rinunci all’immunità parlamentare. Staccherei pop corn e biglietto per vedere l’udienza in tribunale».

In ogni caso pop corn e politica non suonano male: prova ne sia l’interessante e seguito blog di Sergio Ragone su Linkiesta.it dedicato a politica e nuovi media, in rete dal 2006.

Corrado.castiglione@ilmattino.it
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