Grillo e i nipotini di Rumor

Grillo tra Di Battista e Di Maio
Grillo tra Di Battista e Di Maio
Lunedì 9 Aprile 2018, 08:00 - Ultimo agg. 10 Aprile, 17:05
2 Minuti di Lettura
Quando qualcosa si pone
tra me e l'obiettivo
la sposto
(Roberto Casaleggio, imprenditore e politico italiano)



Nei media abbondano a proposito dei Cinque Stelle i riferimenti ai Dorotei, come se - con la corruzione del termine centrista, pressocché svuotato da vent'anni di bipolarismo, diventato nella retorica politichese ormai quasi un'offesa e sinonimo di ambiguità, per poi essere riabilitato dal ritorno al proporzionale - si possa equiparare il verbo rivoluzionario e radicale dei grillini, quello che ha promesso di aprire il Parlamento «come una scatoletta di tonno», con la componente quella sì centrista e moderata, cautamente aperta al centrosinistra che fu dei Dorotei. Come se Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio possano essere mai accreditati quali nipotini di Taviani e Rumor. Tra l'altro, in sincerità, non credo neppure che essi lo vogliano.

Ma chi furono ì Dorotei? Senz'altro negli anni Sessanta costituirono l’anima più rappresentativa della Dc. Si chiamavano così perché nel ’59 si erano riuniti nel convento di Santa Dorotea per dare vita alla scissione dalla prima grande corrente maggioritaria della Dc (Iniziativa democratica) al fine di sfiduciare l’allora segretario Amintore Fanfani. Erano più cauti nell’approccio al Centro-Sinistra e più attenti alle ragioni sia delle gerarchie ecclesiastiche che delle associazioni imprenditoriali.
Ai Dorotei aderivano Aldo Moro, Mariano Rumor, Antonio Segni, Paolo Emilio Taviani. Più tardi gli amici di Moro si distaccheranno dai Dorotei, assumendo una posizione autonoma nel partito con una linea politica sempre più orientata verso la sinistra e dando vita a una nuova corrente (i Morotei) alla quale apparterranno fra gli altri il futuro segretario Benigno Zaccagnini e Luigi Gui.
© RIPRODUZIONE RISERVATA