Sorrentino, Garrone e Moretti: che tris per Cannes

Venerdì 3 Aprile 2015, 13:45
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Al Festival di Cannes che si apre il 13 maggio Paolo Sorrentino e Matteo Garrone dovrebbero ritrovarsi di nuovo insieme a rappresentare l'Italia. Dopo l'exploit di "Gomorra" e "Il Divo" nel 2008, entrambi premiati, dopo  il bis di "Reality" e il lancio internazionale di "La grande bellezza", ora - se tutte le voci della vigilia saranno confermate - il confronto sarà tra "La giovinezza" e "Il racconto dei racconti". Un soggetto originale per il premio Oscar Sorrentino, una fiaba kolossal tratta da "Lo cunto de li cunti" di Basile per Garrone. Per nascita o per formazione culturale, hanno entrambi Napoli nel cuore.  Ed entrambi, questa volta, hanno scelto un cast stellare. "La giovinezza" schiera Michael Caine, Harvey Keitel, Jane Fonda, Rachel Weisz e Madalina Ghenea, la storia - che il regista con eleganza ha definito "un piccolo film" - racconta dell'amicizia tra un anziano compositore e direttore d'orchestra in vacanza con un vecchio amico regista e, attraverso di loro, di che cosa significhi fare i conti con il tempo che passa.  "Il racconto dei racconti" scommette sul mix di linguaggi: "E' una fiaba che si aggancia alla realtà», ha detto Garrone del suo fantasy d'autore che si annuncia sorprendente, con Vincent Cassel, Salma Hayek e John C. Reilly. E poi c'è Moretti. Beniamino del festival diretto da Thierry Fremaux, già vincitore della Palma d'oro con "La stanza del figlio" e presidente della giuria che ha premiato "Reality", porterà sulla Croisette "Mia madre", di cui ha fatto circolare ad arte alcune scene. Dal poco che si è visto, i temi a lui cari ci sono tutti: l'intellettuale tormentato (qui Margherita Buy, regista in crisi d'ispirazione), il circo mediatico,  il dolore del distacco. Nel cast anche John Turturro, oltre allo stesso Moretti. Va da sé che con questi tre fuoriclasse l'Italia dovrebbe fare sulla Croisette la parte del leone. Le premesse ci sono tutte. Anche quella di lasciarci per una volta alle spalle - e finalmente - l'immagine lamentosa di un cinema sempre alla ricerca di un'identità.
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