La tv del "funeral planner". Anzi, dello schiattamorto

Venerdì 12 Giugno 2015, 18:18
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Dopo "Il boss delle cerimonie", lo show sul "matrimonio napoletano" inteso come nuovo genere narrativo, con cantanti neomelodici, feste chilometriche, carrozze trainate cavalli, voli di colombe e tutto; dopo le "lucky ladies" della buona borghesia, affondate da una terribile sceneggiatura e della veteroretorica sull'"altra Napoli"; dopo le mamme in attesa, i parti in diretta, le feste di battesimo, cresime e comunioni, alla real tv (di tutti i canali, nessuno escluso) non restava che l'ultimo traguardo: la morte. Detto fatto: la serie "Morti e stramuorti" vuole raccontare appunto, in otto puntate, la vita del necroforo, del "funeral planner". Anzi, di uno "schiattamorto", perché a Napoli, avranno pensato i sagaci autori, tutto fa spettacolo. A Napoli, tutto si affronta "con ironia"(!), anche l'ultimo viaggio. Magari in un'urna cineraria con i colori degli amati azzurri, come hanno annunciato, magari con un bel "tiro a otto" che solo De Sica nell'episodio del "Funeralino". Un mare di luoghi comuni. Un oceano di penose ovvietà. E poi c'è ancora chi parla male della serie su "Gomorra". Venduta e vista in più di cento Paesi: un motivo ci sarà.
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