Donna Tartt, l'elogio della lentezza e la rivincita del libro

Lunedì 6 Ottobre 2014, 15:37
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Anche da Donna Tartt, l'autrice del romanzo cult "Il cardellino", arriva l'elogio della lentezza e di una ritrovata riservatezza. A Capri, dove le hanno appena assegnato il premio Malaparte, la scrittrice americana che stampa un libro ogni dieci anni ha raccontato la necessità di darsi tempo per approfondire le cose. Il metodo, addirittura ovvio nella sua essenzialità, nell'epoca "instant" dell'informazione digitale dove tutto deve essere obbligatoriamente immediato e veloce, assume un qualche valore. E al di là della bella immagine ("per me scrivere un romanzo è come dipingere un grande murale con uno spazzolino per le sopracciglia"), indica una tendenza che sarà bene non sottovalutare. I giovani americani, ha detto la scrittrice nota anche per la brusca ritrosia che l'ha fatta avvicinare nelle semplificazioni mediatiche al grande assente per antonomasia, Salinger, hanno riscoperto il fascino del libro di carta e dei suoi tempi lunghi  e sono tornati ad affollare le librerie. Il dato,  peraltro già confermato per l'Italia da una ricerca del Censis, smentisce previsioni apocalittiche e apre spiragli di ottimismo. Specialmente da noi, dove le librerie, invece, stanno chiudendo a raffica. Forse, ma solo forse, non moriremo di twitter e di hasthag. Forse, ma solo forse, non saremo più travolti da una valanga di selfie. Sempre in America, dove l'entusiasmo per le novità è pari alla rapidità con cui se ne stancano, è nato infatti un movimento per la liberazione dall'autoscatto, testimonial l'attrice Kisten Dunst, la fidanzata di Spider Man. Molto più degli scrittori, gli attori vivono di immagine e usano i social come indicatore di popolarità. Se anche loro si dichiarano "pentiti" dell'iper-immagine e invocano "un po' di mistero", come un tempo le sagge nonne, sarà perché il fenomeno ha assunto dimensioni allarmanti. Solo in Italia, tanto per dire, si scattano 28 milioni di selfie al giorno.
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