Romano Prodi nel Sannio: «Pericolo spopolamento, ma rinascere è possibile»

L'ex presidente del Consiglio presente a diversi incotnri

Romano Prodi
Romano Prodi
di Vincenzo De Rosa - Michele Palmieri
Domenica 1 Ottobre 2023, 12:01
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Spopolamento, lavoro, necessità di fare comunità, cooperazione e nuove prospettive per i territori interni del Sannio. Sono questi gli interrogativi di fondo ai quali si è tentato di dare risposta nel primo «Festival del Lavoro» promosso dalla diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de'Goti in collaborazione con la «Scuola Diocesana di Formazione Socio Politica» e il «Progetto Policoro». Non un evento bensì un momento di interlocuzione, interconnessione e sinergia tra chiesa, scuola, imprenditoria locale. Fare rete, riappropriarsi della collettività, come sottolineato più volte, sembra essere unica strada percorribile per dare ancora futuro al Sannio.

Al centro del discorso c'è però la necessità, urgente, di trovare risposte concrete ad un fenomeno negli ultimi anni ha subito un'accelerazione: l'emigrazione giovanile. Se la fuga dai territori interni è una valanga (secondo l'Istat i dati sull'abbandono nel Sannio nel 2022 erano il triplo rispetto alla media nazionale), diventa un vero e proprio tsnunami se unito ai dati sulla natalità e agli atavici problemi di mobilità, connessione e attrazione.

I concetti di «restanza» e «resilienza» sembrano non riuscire a scalfire questo esodo continuo verso le aree urbane.

«La gente abbandona i paesi - ha detto l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi - perché non sente più la comunità. Dove le comunità agiscono avvengono cose meravigliose e la rinascita delle aree periferiche è possibile». Insomma, secondo il professor Prodi ritrovare unità di visione e capacità di cooperazione è fondamentale per dare «ossigeno» a questi luoghi. Non solo, ribaltare il paradigma per Prodi vuol dire anche riabilitare un'idea di politica: «Solo con un'azione collettiva si è capaci di ottenere risorse da una Regione o uno Stato». Generare speranza, inoltre, deve essere non solo uno slogan legato alla possibilità di inseguire un contratto ma ripensare anche il «rapporto di lavoro» che così com'è oggi «non fa crescere l'imprenditorialità».

Sulla falsariga anche il vescovo don Giuseppe Mazzafaro che, nella sala gremita del centro Emmaus a Cerreto Sannita, ha tuonato: «Serve coraggio per lavorare a un modello economico alternativo. Quello di oggi produce scarti. Una vita vale solo perché qualcuno produce e consuma? Noi oggi vogliamo occuparci del lavoro non come mero fatto sociale ma perché vogliamo dare dignità alle persone». Parole d'ordine, dunque, collettività e sinergia per abbattere gli isolamenti e le mancanze ma, anche per dare «peso» all'azione politica che ha - anche in questo caso - bisogno di un «bilanciamento» diverso. «Che sia questo un seme per costruire qualcosa di concreto - ha detto invece don Matteo Prodi direttore della scuola di Formazione e nipote del più noto professore - i belli incontri sono scatole vuote che non ci sono d'aiuto. Qualcosa si muove e la speranza si genera lavorando d'insieme».

«Oggi il sistema mondo si interroga sugli stessi temi sui quali si interrogava Sant'Alfonso Maria de' Liguori». Questo uno dei passaggi dell'intervento di Prodi nell'altro incontro, che si è tenuto due sere fa a Sant'Agata de' Goti. Nel convegno sulla «Carta di Sant'Agata de' Goti», si è discusso della dichiarazione su usura e debito internazionale ispirata proprio al pensiero del Santo Vescovo che guidò la locale diocesi per tredici anni, dal 1762 al 1775. Un'iniziativa promossa dal «MilaMuseo Itinerante dei Luoghi Alfonsiani» con diocesi di Cerreto Sannita e cooperativa sociale "iCare". Diversi gli argomenti toccati dall'ex premier: dall'ambiente all'immigrazione, dalla guerra al debito pubblico in un duomo dell'Assunta gremito per l'occasione.

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Presenti tra i banchi dell'assemblea con il sindaco Salvatore Riccio a fare gli onori di casa tra gli altri il prefetto Carlo Torlontano, il senatore Domenico Matera, il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo ed il presidente della Provincia Nino Lombardi con il consigliere provinciale Alfonso Ciervo. Prima di Romano Prodi avevano preso la parola don Matteo Prodi, presidente di "iCare", direttore della Scuola Diocesana di Impegno Socio-Politico di Cerreto Sannita e nipote dell'ex presidente del consiglio; la professoressa Filomena Sacco e padre Maikel Pablo Dalbem dell'Accademia Alfonsiana di Roma, ed il vescovo della diocesi di Cerreto Sannita Giuseppe Mazzafaro al quale sono state affidate le conclusioni. 

 

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