Pastore pedofilo ucciso nel Sannio:
ai raggi X i telefonini dei sospettati

Pastore pedofilo ucciso nel Sannio: ai raggi X i telefonini dei sospettati
di Enrico Marra
Lunedì 23 Luglio 2018, 08:38 - Ultimo agg. 10:30
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FRASSO TELESINO. Un intero paese passato al setaccio. Abitanti delle contrade e del centro storico e frequentatori dei cinque bar della zona, saranno ascoltati dagli inquirenti. Si tratta di chi nel primo mese di libertà ha avuto modo di incontrare Giuseppe Matarazzo, il pastore di 45 anni di Frasso Telesino che, dopo una condanna a undici anni e sei mesi per una violenza su una minore (beneficiando di una riduzione di pena è stato scarcerato) è stato ucciso a colpi di pistola. «Sentiremo i duemila abitanti di Frasso, ma non possiamo tralasciare nessun indizio», così dice uno degli inquirenti. Un'affermazione che testimonia del grande lavoro che stano sviluppando i carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita e del Nucleo investigativo provinciale. Un lavoro proseguito anche nella giornata festiva. Ma chiaramente al di là delle testimonianze gli inquirenti hanno concentrato la loro attenzione su altri elementi. Tra questi i tabulati telefonici di diverse persone che sono state ascoltate in queste ore come informate sui fatti in assenza di avvocati, perchè non indagate. Del resto se i due killer, che certamente non sono del luogo, a bordo di un'auto hanno raggiunto l'abitazione della famiglia Matarazzo a colpo sicuro, devono aver avuto qualcuno che li ha indirizzati, una sorta di «tom tom». Tra l'altro il luogo del delitto è distante oltre un chilometro dal centro del paese e per raggiungerlo bisogna percorrere strade di certo non dotate di segnaletica. Una volta intercettate tramite qualche tabulato telefonate con destinatari residenti fuori paese, si potrebbe poi risalire a qualcuno che potrebbe essere stato incaricato di uccidere.
 
Un delitto che ha avuto un'unica testimone: la madre di Matarazzo che ha potuto fornire una vaga descrizione di quei due uomini, che, dopo aver chiesto una indicazione, hanno esploso più colpi di pistola che hanno raggiunto Giuseppe al torace. Coloro che sono stati ascoltati dai carabinieri e che avevano avuto modo di incontrare Matarazzo hanno riferito che era apparso loro abbastanza tranquillo e gioviale. «Finalmente è finita, ora devo pensare al futuro» aveva ripetuto, senza fare riferimento a tutto ciò che aveva comportato la condanna in sede penale e il lungo periodo di detenzione in carcere. Agli inquirenti sono già giunte le prime informazioni sui periodi di detenzione nei vari istituti di pena che lo hanno ospitato. Mai un rissa o una lite plateali, tali da finire nelle relazioni della polizia penitenziaria. Del resto proprio la buona condotta ha portato i magistrati di sorveglianza a esprimere un parere favorevole sulla riduzione della pena di ben tre anni.

Nelle prossime ore sono attese le relazioni degli specialisti dell'Arma i Ris, che hanno eseguito rilievi sul luogo del delitto repertando anche dei bossoli, e poi le prime risultanze dell'autopsia confermata per mercoledì (la mattina con incarico conferito in Procura e subito dopo con esame autoptico preso la sala mortuaria dell'ospedale «Rummo», dove è stato trasportato il corpo della vittima). Subito dopo l'autopsia il magistrato che coordina le indagini, il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Sansobrino, libererà la salma e quindi potranno effettuarsi i funerali presso la chiesa di Santa Giuliana a Frasso.
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