È il luogo dell’alternanza tra l’urgenza dell’ascolto e dell’aiuto individuale e la costruzione di progetti di libertà delle donne incompatibili con ogni forma di violenza. Ma il centro anti-violenza di via Taburno è anche un posto dove rifugiarsi e, soprattutto, raccontare le violenze subìte per ricominciare a ricostruire la propria vita.
Poche stanze e diverse operatrici accolgono le donne vittime di violenze.
«Le donne - sottolinea Antonio De Mizio, assessore alle politiche sociali a Montesarchio - hanno trovato un posto sicuro dove approdare e denunciare le violenze subìte».
Al centro, che afferisce all’Ambito B3, di cui è presidente lo stesso De Mizio, si possono rivolgere appunto le donne dei 14 Comuni che fanno parte dell’Ambito. Stando ai dati emersi lo scorso anno, a perpetrare le violenze sono stati nella maggior parte dei casi i coniugi o partner conviventi ma anche gli ex, pur se in percentuale lievemente inferiore. «Purtroppo - chiarisce l’assessore - quello della violenza e dei femminicidi è un problema che ormai sembra essere diventato quotidiano e più che attuale. Il centro anti-violenza è un punto di riferimento». Attenzione e prevenzione sono le parole d’ordine, che De Mizio ritiene essere alla base del progetto e dell’esistenza del centro, aperto a tutte le vittime di violenza di genere e a chi intende rappresentare un problema familiare.
«Questo centro - conclude - è un vero punto di riferimento ma l’obiettivo è quello di tenere alta la guardia su episodi di violenze che, seppure nascosti, riguardano anche le nostre piccole realtà, dove sembrano impossibili. L’attenzione su questi fenomeni è massima ma è importante anche la prevenzione, per cui chiunque può rivolgersi al centro».